Il Cristo di Rubens di nuovo in mostra Nel mirino anche la Soprintendenza

Coinvolto nelle verifiche l’ufficio esportazione dell’ente pisano. Quattro indagati, nessun dubbio sull’autenticità

Migration

Giallo in stand-by a Palazzo Ducale ed epilogo soltanto rimandato in attesa degli esiti dell’indagine che aveva portato il 30 dicembre scorso al sequestro della tela ’Cristo risorto appare alla madre’ di Rubens, che ritorna a far parte della mostra a lui dedicata a Genova. L’annuncio, nel pomeriggio di ieri, da parte dell’ente. "Grazie alla collaborazione e alla disponibilità della Procura di Genova e dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale, il quadro, a seguito degli esiti di una indagine riguardante le vicende proprietarie dell’opera e non la sua autenticità, torna ad essere parte del percorso espositivo".

Un regalo ai visitatori di questa ennesima mostra-evento che è riuscita ad attirare migliaia di persone nel cuore di Genova – quasi 40mila negli ultimi giorni del 2022, in attesa del consuntivo post festività –, con tanto di risvolto inedito, come sottolineato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ha la delega alla cultura. "È la prima volta che un quadro posto sotto sequestro dalla magistratura viene restituito alla pubblica fruizione – ha commentato –: una notizia bella e importante che dimostra come, anche in Italia, si possa conciliare il regolare corso della giustizia con la tutela di un grande evento culturale e di chi paga un biglietto per potervi assistere. Attendiamo infine che si faccia piena luce e chiarezza sulla vicenda". L’opera, esposta per la prima volta al pubblico, torna così alla città che grazie anche alla presenza e alla produzione di Rubens – su tutte, i due imponenti dipinti conservati nella chiesa del Gesù – visse nel periodo barocco un’epoca di straordinaria fioritura: una tela eccezionale anche perché testimonianza di un ravvedimento da parte dell’artista, che accanto al Cristo risorto in piedi dipinse due donne inginocchiate, entrambe rappresentanti la Madonna. La seconda è stata resa visibile in tempi recenti grazie a un intervento di restauro: una peculiarità che ha reso ancora più apprezzata l’opera e che ora si potrà ammirare, per rispettare le disposizioni conseguenti al sequestro, grazie a una modalità inedita allestita fino a fine esposizione: un quadro nel quadro. Sono quattro le persone indagate, nell’ambito dell’operazione, per esportazione illecita di opere d’arte: nessun dubbio sull’autenticità, a differenza di quanto accaduto in occasione della mostra su Modigliani a Palazzo Ducale: nel mirino un caso di ’plusvalenze’. Il quadro sarebbe stato venduto in un primo momento, da una famiglia genovese a un mercante straniero al prezzo di 300mila euro, come genericamente appartenente alla scuola fiamminga, poi successivamente autenticato e rivenduto a dieci volte il prezzo iniziale. Ma la prima vendita sarebbe avvenuta quando il mercato era già consapevole dell’autenticazione. Da qui le indagini, con i vertici di Palazzo Ducale impegnati a collaborare con Procura e carabinieri. Un’indagine complessa che nelle ultime ore ha coinvolto anche l’ufficio esportazione della Soprintendenza di Pisa, l’ente che rilasciò la certificazione per il trasferimento del dipinto. L’ufficio è stato chiuso dal ministero nel 2019 per analoghe irregolarità.

Nessun dubbio, dicevamo, sull’autenticità. "L’attribuzione di un’opera di Rubens passa attraverso il vaglio degli studiosi dell’istituto di riferimento che è il Rubenianum di Anversa" spiega Anna Orlando, curatrice della mostra genovese assieme a Nils Büttner, presidente dello stesso Rubenianum. A Büttner, prosegue Orlando, "il dipinto è stato sottoposto soltanto in anni recenti, a distanza di almeno otto-dieci anni dalla sua vendita. Un lavoro collegiale degli studiosi di Rubens ritiene che l’opera sia eseguita su disegni di Rubens in parte dalla bottega e in parte dal Maestro, come spiega esaustivamente la scheda di catalogo, a firma di Fiona Healy". In attesa dell’iter giudiziario, un primo happy end. Almeno per i visitatori.

C.T.