"Ignoro i rapporti tra Cozzani e i Paletti. Per Porto Venere un danno d’immagine"

Il sindaco Sturlese conferma piena fiducia nell’operato degli uffici

"Ignoro i rapporti  tra Cozzani e i Paletti. Per Porto Venere un danno d’immagine"

"Ignoro i rapporti tra Cozzani e i Paletti. Per Porto Venere un danno d’immagine"

In molti lo consideravano il cavallo di Troia del masterplan (in cui però non rientra), voluto dalla Regione Liguria e dal Comune di Porto Venere per rilanciare in chiave turistica la Palmaria. Lo stabilimento di lusso del Carlo Alberto stava iniziando a prendere forma, ma per il cantiere sorto per conto della società Palmaria Experience sono scattati per la seconda volta i sigilli, insieme a quelli dell’ex scuola ’Ravecca’, stop tangibile all’illegale scambio – stando alla tesi della Procura – fra i fratelli Mirko e Raffaele Paletti e l’ex sindaco di Porto Venere e capo di gabinetto di Toti Matteo Cozzani.

Secondo quanto ricostruito, a far andare in porto l’operazione sull’isola, "un forte interessamento personale e attività amministrativa ad hoc", quali una delibera di giunta di rinuncia al diritto di prelazione da parte del Parco e l’ok alla realizzazione dei lavori, incluse le piscine a pochi metri dalla battigia, con un semplice permesso di costruire convenzionato. Il ‘monolite’ deluxe, calato col suo stile esclusivo uguale a quello di tanti altri poli del lusso in un ambiente unico e selvaggio e collegato solo da sentieri (bocciato dalla Sovrintendenza il pontile mobile sopra le praterie protette di posidonia), stava prendendo forma. L’ampio edificio costruito per ospitare il ristorante, è sotto gli occhi di tutti. "Era un terreno privato che è stato acquisito a circa un milione di euro, una cifra che il Comune non poteva permettersi. Sono assolutamente tranquilla e gli uffici hanno fatto e rilasciato i permessi che era consentito rilasciare. Se avessimo avuto un altro bilancio, avremmo potuto fare scelte differenti. Il nostro bilancio è pubblico, non ho timore di essere smentita" commenta la sindaca Francesca Sturlese ai nostri taccuini. "Ignoravo e ignoro tutt’oggi i rapporti fra Cozzani (di cui era assessore, ndr.) e i Paletti. So, però, che gli uffici hanno sempre lavorato in maniera attenta e nel rispetto della legalità. Io e la mia maggioranza – conclude – continueremo a operare come abbiamo fatto fino ad oggi. Sicuramente però il nome di Porto Venere porterà a un danno di immagine. Collegare questo territorio a una vicenda simile non è una pubblicità positiva".

Questo iter, già bloccato con il primo sequestro per titolo autorizzativo scaduto, è stato seguito passo per passo da ’La Nazione’, che ha costantemente documentato andamento dell’opera e proteste ambientaliste, come accaduto per il masterplan. Patrimonio dell’Umanità Unesco, sito di interesse comunitario e parte di un parco regionale talmente spolpato delle sue funzioni da non avere neanche personale che risponda al telefono (come ci è accaduto nel realizzare più di un articolo), la Palmaria ha subìto negli ultimi anni un tracollo, a causa di mancate manutenzioni. Soltanto la scorsa settimana, siamo stati contattati da alcuni proprietari di terreni che ci segnalavano la presenza di barche abbandonate fra il Terrizzo e lo stabilimento dei civili, ma anche altrove l’incuria regna sovrana, in attesa della terza asta di beni che sarà lanciata dal Comune con lotti più parcellizzati. Ma intanto, che ne è dell’ostello e del Centro di educazione ambientale? Che ne è dei detriti abbandonati al Pozzale, dove nelle ultime settimane è crollato anche un sentiero cruciale per la circolazione? Comunque vada il futuro della Palmaria, a queste domande sarà necessario dare una risposta.

Chiara Tenca

Matteo Marcello