"Ho perso un fratello maggiore". Bellani piange la morte del ’Vacca’

Il sindaco Peracchini ha firmato il decreto per l’apertura della camera ardente negli spazi del Camec. Basile: "Ha incarnato una figura scomparsa, quella dell’intellettuale in cui cultura e politica si saldano" .

"Ho perso un fratello maggiore". Bellani piange la morte del ’Vacca’

"Ho perso un fratello maggiore". Bellani piange la morte del ’Vacca’

"Un giorno entrò nel tabacchino di mia madre, vide dei miei piccoli lavori e diventammo amici. Era il 1959. Lunedì sera ho perso un fratello maggiore". Le parole di Pietro Bellani, arrivano a distanza di due giorni dalla scomparsa di Francesco Vaccarone. Ma come a tanti, è sopraggiunto un momento di smarrimento, alla tragica notizia. Intanto, il sindaco Pierluigi Peracchini ha disposto, con decreto, l’apertura della camera ardente al Camec per il pittore e scultore Vaccarone: la cittadinanza potrà porgere l’ultimo saluto nella giornata di domani dalle 8.30 alle 20 e di sabato dalle 8 fino alla cerimonia funebre prevista per le 11 nella chiesa di Santa Maria Assunta.

Vaccarone e Bellani erano davvero legatissimi e non solo per aver condiviso esposizioni, iniziative e intenti. "Abbiamo bevuto, fumato fino a far nebbia nello studio, respirato trementina, parlato d’arte confrontandoci e sperimentando – continua Bellani –. Era molto meticoloso nella cura delle mostre, nel lavoro aveva una serietà invidiabile". Aveva una grande attenzione per il prossimo, Vaccarone, per Bellani una cura speciale. "Si preoccupava sempre del mio stato di salute, aveva molta premura nei miei confronti. Una sorte di protezione perché, sotto certi punti di vista, avvertiva la mia fragilità di chi aveva dovuto lottare per intraprendere il mestiere dell’artista. Una volta, tanti anni fa, mi vide davanti al Teatro Civico pallido, emaciato, con gli occhi stralunati cerchiati di nero e mi chiese seriamente ‘ma ti droghi?’. Semplicemente dipingevo di notte e gli risposi ‘sì, d’arte’". Se ne va con il maestro Vaccarone, una grande persona. "Vedo un vuoto terribile intorno. Un tempo Spezia era una città con una decina di gallerie, non è rimasto niente. E ora se ne va una figura di una cultura immensa. Provo un senso di solitudine culturale e personale infinito".

Luca Basile, ricercatore universitario, già assessore alla Cultura del Comune della Spezia aggiunge: "Francesco Vaccarone ha incarnato una figura tipica del dopoguerra e ormai tendenzialmente scomparsa: quella dell’intellettuale in cui sono saldate strettamente politica e cultura. Ciò non nel senso della subordinazione del linguaggio artistico a qualche presunto dettato ideologico, ma di un costante confronto della produzione culturale con le trasformazioni storico-sociali, da cui è scaturita una costante presa di posizione politico-civile". Infine, l’Ewmd (European Women’s Management Development): "Vaccarone non era solo un artista, ma era un amico delle donne. In lui, raffinatezza, intelligenza, arte".