REDAZIONE LA SPEZIA

Grazzini lascia Forza Italia: "Mi disintossico" E denuncia: "Un indegno mercato di cariche"

L’ex coordinatore è amareggiato ma non molla: "Se ci sarà un candidato sindaco capace di rimettere in moto la città, lo sosterrò"

Non è andato via sbattendo la porta, ma col sorriso. Un atteggiamento che lo ha sempre contraddistinto, al di là del bene e del male. Ha stretto la mano a tutti per salutare chi era seduto al tavolo venerdì all’Nh Hotel per decidere il candidato sindaco del centrodestra alle ormai vicine elezioni comunali. Giovanni Grazzini non avrebbe potuto fare diversamente, in coerenza con quanto dichiarato ormai da un anno. Se Forza Italia fosse tornata in maggioranza per sostenere il sindaco Pierluigi Peracchini, lui avrebbe fatto un passo indietro. Ed è stato di parola. Non solo, ha anche annunciato al coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco, le sue dimissioni sia dall’incarico di commissario provinciale, che dal partito.

Giovanni Grazzini è un uomo tutto d’un pezzo e non accetta i compromessi. Non aveva esitato neppure a dimettersi dalla presidenza dello Spezia Calcio perché in disaccordo con certe persone vicine al patron Gabriele Volpi, che pure aveva cercato di dissuaderlo e farlo tornare sui suoi passi. Senza riuscirci.

Grazzini, cosa è successo a quella riunione?

"Ho capito che era una battaglia contro i mulini a vento. Non mi posso far prendere in giro e non posso stare in questo teatrino, dove non mi trovo a mio agio".

Si spieghi meglio...

"Ero d’accordo con Rixi e Rosso, i quali hanno detto che Toti non poteva più essere il riferimento del centrodestra. Quindi La Spezia non avrebbe avuto un candidato sindaco arancione. Ed è accaduto il colpo di scena: Peracchini ha abbandonato Toti, togliendosi anche fisicamente il braccialetto arancione, ed è tornato il candidato civico. Di fatto ha rinnegato chi lo ha creato sindaco. Io allora ho annunciato che non potevo sottoscrivere l’accordo che stava prendendo forma, ho salutato tutti sorridendo e me ne sono andato. Non ho sbattuto la porta".

Che cosa ha detto andando via?

"Mi sono rivolto al consesso e ho suggerito di valutare bene se Peracchini possa essere il candidato vincente, perché mi risulta che il 50 per cento degli spezzini non sia disposto a rivotarlo".

Che impressione ha avuto?

"Guardi, sono passato dalla Dc al centrodestra, ma a quel tavolo ero a disagio. La mia bandiera è sempre stata la serietà e la coerenza, sono uno che non si fa comprare. Invece ho avuto l’impressione che non sarà una gara dove chi prende più voti sarà premiato. La preoccupazione era che si dovesse dare un assessore a tutti. Sono andato via amareggiato per questo triste spettacolo che ho visto".

Ora cosa farà?

"Prima di tutto mi devo disintossicare, passerò il week-end con la mai famiglia".

Si vorrebbe candidare, considerando che da oltre un anno segue in prima persona la politica cittadina?

"No, non avrebbe senso. Dico però che ci vuole un sindaco che rimetta in modo l’economia cittadina, per dare un futuro ai nostri figli. A lui sarei disposto a dare una mano",

Massimo Benedetti