Florilegio di Tiziana Cera Rosco. L’erbario è... forma di scrittura

La mostra 'Florilegio' di Tiziana Cera Rosco a La Spezia esplora l'erbario come forma poetica di memoria tra uomo e natura, con performance legate a luoghi sacri. Curata da Paolo Asti, la mostra offre un viaggio visionario attraverso reperti organici vegetali e simboli mitologici.

Florilegio di Tiziana Cera Rosco. L’erbario è... forma di scrittura

Florilegio di Tiziana Cera Rosco. L’erbario è... forma di scrittura

Tiziana Cera Rosco, artista e poetessa italiana, è protagonista della mostra ‘Florilegio - L’erbario come forma di scrittura della memoria tra uomo e natura’ che inaugura oggi, alle 18.30 nella sede di Startè di piazza Europa 16, visitabile fino al 10 giugno e che rientra nell’ambito delle iniziative culturali di De Portibus. La mostra, a cura di Paolo Asti, prevede durante il vernissage anche la presentazione del catalogo ‘Anthurium, Parla Mio Fiore’, edito da Campisano Editore, dal SiMuA, dall’Orto Botanico di Palermo, per poi guardare al modo dell’artista di intendere l’erbario: non una raccolta di fiori come censimento botanico del giardino botanico in cui lei ha soggiornato, ma come forma poetica della scrittura di un viaggio intimo, dove il panorama esteriore risponde e corrisponde al richiamo di quello interiore e viceversa. "Non c’è niente di più effimero di un fiore e di una foglia, nulla di più transuente dell’organico – scrive Asti, presidente di Starté –. Eppure, a volte, è proprio alle cose effimere che affidiamo la fragilità e la persistenza della nostra memoria. Con questa intenzione, con attenzione verso l’ambiente, l’artista e naturalista Tiziana Cera Rosco, ha lavorato, nella sua permanenza annuale all’Orto Botanico di Palermo, questi personali ‘Florilegi’: erbari che, tenendosi alla ripetizione del numero 7, sono tracce di reperti organici vegetali che portano dentro una ricerca dal sapore mistico e mitologico".

Le sue performance, nate nella terra in cui è cresciuta, sono in stretta relazione con il luogo in cui avvengono e si svolgono in posti sacri, che siano boschi, foreste, chiese consacrate e sconsacrate, monasteri. "Dal primo erbario che racconta con i suoi bianchi e neri una forma di scrittura che non si trasforma in libro ma in fiore, passando per degli scheletri di foglie di ficus intrise dell’organico sanguinolento del melograno, non dimenticando la la forma vulvare dei petali di rosa, fino al dipanarsi della trama nascosta nel verde delle alghe, gli erbari che ci presenta Tiziana Cera Rosco nella mostra ‘Florilegio’ sono una forma di memoria visionaria". Queste forme, infatti, ci fanno fare un viaggio inaspettato: dal mito di Persefone e del melograno, passando per la Vulva Christi e l’ambiguità dell’ossigeno nascosto nella violenta biologia delle alghe, fino allo sprofondamento nell’oscuro di un fiore bianchissimo come viaggio dentro una scrittura che non si realizza. Per informazioni e prenotazioni contattare lo 0187 875839 o [email protected]

Marco Magi