REDAZIONE LA SPEZIA

Emissioni del 2022 a prova di legge Ma allarme Oms per la prevenzione

Indagine contro ignoti per l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale. Altri rilievi per presunte omissioni. L’Autorità portuale stringe in tempi sul cold ironing e abbandona l’idea delle chiatte aspira fumo.

Emissioni del 2022 a prova di legge Ma allarme Oms per la prevenzione

L’ipotesi di reato che ha dato il la all’apertura un anno fa del fascicolo penale sul fenomeno dei fumi delle navi da crociera è quella di inquinamento ambientale. Nessun indagato ma una mole corposa di dati quella raccolti finora (in attesa di altri) dagli investigatori delegati dal pm Monica Burani: uomini della Polizia provinciale e della Polizia locale. Primo elemento chiave acquisito: nel 2022 (fino al 28 novembre) le emissioni inquinanti delle navi da crociera sono restate, quanto all’N02, sotto la soglia fissata dalla legge (la media annuale è di 40 milligrammi al metro cubo; la media oraria di 200 milligrammi a metro cubi da non superarsi più di 18 volte all’anno). Superati invece i limiti - rispetto al valore soglia proposto nella nuova Direttiva CE per l’entrata a regime nel 2030 (50 milligrammi a metro cubo da non superarsi più di 18 volteanno) – alla stazione di rilevamento dell’Arpal in via San Cipriano: 36 superamenti della media giornaliera su 302 rilevazioni che, con riferimento alle più recenti ’raccomandazioni’ dell’Organizzazione mondiale della sanità ai governi e ai valori soglia - non cristallizzati in norme ma funzionali a proteggere la salute delle persone – portano al riconoscimento di 213 sforamenti.

Quanto è bastato ad indurre l’Asl 5, nell’ambito dei lavori al tavolo convocato dal Comune, a mettere nero su bianco, benché senza attribuibilità diretta alle navi: "Sulla base della letteratura scientifica relativa al rapporto tra qualità dell’aria e salute recentemente revisionata da OMS si ritiene di non poter escludere eventuali effetti sanitari della qualità dell’aria registrata dalla stazione San Cipriano sia sulla popolazione generale che su sottogruppi vulnerabili".

La "non esclusione di effetti sanitari" è letta dagli ambientalisti non solo come allarme ma anche come monito alle istituzioni ad operare (al punto da formalizzare nel nuovo esposto l’ipotesi di omissione di atti d’ufficio). Resta il fatto che non ci sono certificati medici che palesino un rapporto causa-effetto tra fumi delle navi e patologie polmonari. Intanto l’Autorità portuale investe sul Cold ironing: in 23 anni la realizzazione dei moli green. Al tempo stesso rinuncia alle chiatte aspirafumo invise dagli armatori (hanno minacciato di lasciare il porto) nonostante l’assicurazione che il costo sarebbe stato assunto dall’ente.

Corrado Ricci