Ha deciso si chiudere l’edicola ancor prima dell’esito positivo del tampone molecolare effettuato dall’Asl. Questione di lievi sintomi e di accelerazione delle verifiche rispetto agli accertamenti pubblici. E’ infatti ricorso al tampone antigienico a pagamento. Lo stesso, l’altra sera, ha dato riscontro al sospetto. "E non ho avuto alcun dubbio sul dovere di chiudere, pur non essendo ancora obbligato, l’edicola". Così Marco Grifoni, giornalaio delle Grazie, che serve anche Porto Venere.
"La salute, la sicurezza dei clienti prima del lavoro" dice costretto ora all’isolamento forzato, oggetto, al pari dei familiari, delle premure degli amici che di prodigano come aveva fatto lui per un anziano del paese: gli portava al cibo a casa, restando fuori dalla porta, fino a quando è poi guarito. Non solo Marco è alle prese con la malattia. Ci sono anche le moglie, il figlio e i genitori, il papà Roberto, collaboratore nel servizio in edicola. "Abbiamo avvertito gli stessi sintomi: perdita progressiva all’olfatto, a partire dal 28 dicembre. Vogliamo tranquillizzare i nostri clienti: stiamo benone". Marco ha dato l’annuncio del contagio l’altra sera a mezzo Facebook. In pochi di minuti si sono inanellate tante testimonianze di solidarietà, di disponibilità all’aiuto per fronteggiare l’emergenza. "Ci vuole pazienza. Il tempo del tampone negativo. Il test è programmato tra 10 giorni. Intanto un carissimo saluto agli amici".
Dichiarati negativi al tampone tre operatori del vicino panificio di via libertà . Ma restano in quarantena in quanto contatti di caso positivo. E così l’esercizio, chiuso da alcuni giorni, dovrà restare tale ancora tale, fino al termine dell’isolamento fiduciario, il 9 gennaio, sperando che non subentrino sintomi. "Stiamo bene" dicono, salutando gli amici.