C’è un motivo in più attendere con sano spirito di accoglienza la fine del blocco delle navi da crociera e il ritorno in città dei turisti che vengono dal mare. In gioco c’è la possibilità di sostenere i bisogni alimentari delle persone che, per le loro condizioni economiche, non possono permettersi le vacanze spasso sul Mediterraneo o sugli oceani. Si tratta dei frequentatori delle mense dei poveri: quella gestite dai frati di Gaggiola nella nuova struttura a lato del convento-vedetta della città, quella della Caritas a quella di Missione 2000.
L’idea è quella di destinare ad esse le eccedenze alimentari delle navi da crociera dove il cibo abbonda e l’offerta, nella sua varietà, è superiore, per volume, alla domanda. Accade già a Savona, col "banco alimentare".
La rotta spezzina per traslare l’esperienza era stata tratteggiata in un incontro il 20 febbraio scorso tra il presidente dell’Autorità portuale di sistema portuale Carla Roncallo, il direttore generale di Costa Crociere Neil Palomba e il padre-guardiano del convento di Gaggiola Gianluigi Ameglio in occasione della cerimonia per il primo scalo alla Spezia della Costa Smeralda. L’emergenza sanitaria bloccò il progetto. Ma fornì lo spunto per un primo test di fattibilità, quello della fornitura-spot di alimenti per gli ospiti della tensostruttura che venne allestita al campo Montagna, su impulso della Caritas, nel concerto virtuoso di intendimenti fra Marina, Comune e Protezione civile con l’assist economico della Fondazione Carispezia; a tessere le fila fu il comandante della Capitaneria Giovanni Stella.
"Le nostre navi sono un veicolo di ricchezza e occupazione per il territorio ma possono anche essere di aiuto ai più deboli" aveva detto il comandante della Pacifica Massimo Pennisi consegnando il gastrotesoro a don Luca Palei, direttore della Caritas e padre Gianluigi Ameglio che, all’epoca, aveva ’trasferito’ al Montagna la mensa di Gaggiola con i suoi volontari. "Ci piace immaginare che questo gesto di solidarietà accenda come una scia di luce dal ponte della nave alla città, facendo riscoprire a ciascuno forza e speranza", aveva detto Ameglio che ora, mentre, grazie ai volontari, da alcune settimane, è tornata a funzionare la mensa di Gaggiola (nel rispetto del distanziamento e con la sanificazione garantita dai servizi sociali del Comune) attende di riannodare i fili con la Costa per trasformare in oggetto di solidarietà, con la ripresa del traffico, l’eccedenza di cibo sulle navi da crociera. La Pacifica, intanto, prosegue la sua sosta forzata al molo Garibaldi, illuminata di notte, col suo pennacchio di fumo visibile di giorno.
Corrado Ricci