
Le dinamiche degli appalti e dei subappalti nella cantieristica navale sono finiti di nuovo sotto i riflettori della Procura della Repubblica attraverso le luci investigative della Guardia di Finanza. Smascherato, lo scorso anno, il caporalato ’interno’ alla società Gs Painting – tornata alla legalità per via giudiziaria con risarcimento delle vittime bengalesi e riconoscimento degli inquadramenti professionali nel rispetto dei contratti di lavoro – il Gruppo delle Fiamme Gialle, diretto dal maggiore Luigi Mennella, ha scoperto e posto fine ad una maxi frode fiscale, anche questa ’interna’ ad una società dell’indotto navalmeccanico, operante nei lavori di carpenteria e nelle pitturazioni. Si tratta della Euromar, dei fratelli-gemelli Maurizio e Roberto Russo, 61 anni, spezzini, già vecchie glorie del basket spezzino. Da ieri sono agli arresti domiciliari in esecuzione dell’ordinanza (di 115 pagine) firmata dal gip Mario De Bellis su richiesta del procuratore Antonio Patrono che ha tirato le fila dell’inchiesta (denominata "Nave di carta", dove la carta è quelle delle fatture false).
In parallelo sono scattate tre misure cautelari interdittive: nei confronti della ’mente’ dell’intrigo finanziario-tributario, il famoso fiscalista spezzino Lorenzo Brunetto, 60 anni e di due prestanome al servizio di fratelli-burattinai:, Roberto Giangrandi, 62 anni, spezzino e Nicola Boccarosa di 48 anni, residente a Carrara, amministratori di facciata dell’Universal Coating e Global Painting filoguidate dalla Euromar, in pratica scatole vuote. L’inchiesta ha disvelato un articolato sistema di frode fiscale caratterizzato dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di sub-appalto per la somministrazione di manodopera fatta di maestranze composte da centinaia di operai in prevalenza extracomunitari alle dirette dipendenze di fatto della Euromar anche se risultavano dipendenti delle società-schermo che ha emesso le fatture bluff per un importo quantificato in oltre 3 milioni di euro. "Attraverso tale meccanismo, veniva generato artificiosamente un imponente credito di Iva, in realtà non spettante alla Euromar, poi utilizzato in compensazione al fine di non versare i contributi previdenziali ed assistenziali, Inps ed Inail relativi ad oltre 250 operai e non pagare imposte, ottenendo in tal modo grandi risparmi fiscali e contributivi" spiegano le fonti del comando provinciale della Guardia di Finanza guidato dal colonnello Massimo Benassi. "In questo modo, la società “madre” - prosegue la narrazione affidata ai taccuini - appariva sempre solida e competitiva, oltre che apparentemente in regola con i versamenti fiscali e contributivi, e poteva così ottenere sostanziose commesse da cantieri navali della Spezia e di Ancona". Mentre, secondo gli investigatori, la prospettiva delle società collegate era quella, col tempo, di saltare.
Gli elementi raccolti hanno permesso alle Fiamme Gialle spezzine di applicare anche sequestri preventivi per equivalente per un valore di circa un milione di euro, pari al provento illecito, importo che sarà restituito alle casse erariali al fine di assicurare il corretto versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali oltre a quelli erariali. Fra i beni finiti nel freezer - oltre a cinque immobili alla Spezia, conti correnti e orologi di lusso - una dimora alla Maddalena.
Corrado Ricci