Varchi in diga, più onde che ossigeno, «Così nessun vantaggio per i muscoli»

Gli esiti dello studio commissionato dall’Adsp a una società danese

I varchi non favorirebbero l’allevamento (foto d’archivio)

I varchi non favorirebbero l’allevamento (foto d’archivio)

La Spezia, 15 marzo 2018 - L'apertura di varchi nella diga foranea non porterebbe vantaggi considerevoli per gli allevamenti di muscoli. A dimostrarlo, con accurati modelli matematici, è uno studio affidato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale a DHI Italia, società specializzata nelle discipline legate al ciclo dell’acqua.

Come aveva anticipato «La Nazione» lo scorso ottobre, erano stati i mitilicoltori ad avanzare la proposta di realizzare delle aperture nella diga, per far fronte a un’annata nera per la produzione dei mitili, a causa delle temperature elevate e delle scarse piogge. I varchi, infatti, sulla carta dovrebbero favorire l’ossigenazione e la circolazione delle acque, creando una condizione ideale per lo sviluppo degli allevamenti all’interno della diga. Ma lo studio commissionato dall’Autorità portuale, presentato martedì sera in commissione economia e lavoro in municipio, mette un freno alle aspettative.

«I risultati non sono confortanti – ha siegato il segretario generale dell’Ap Francesco Di Sarcina –: non sembra che i varchi possano produrre significativi benefici rispetto alla situazione attuale». Lo studio ha preso in considerazione le principali variabili che condizionano la crescita dei muscoli: la temperatura delle acque, la loro velocità di circolazione e la quantità di ossigeno presente.

Tre i diversi tipi di apertura della diga che sono stati ipotizzati: due varchi di 50 metri di larghezza ciascuno, scavati fino a due metri di profondità rispetto alla superficie (la soluzione minimale); sempre due varchi, ma di 100 metri di larghezza ciascuno e scavati fino a quattro metri di profondità (la soluzione più impattante); o tre aperture sommerse, realizzate non in superficie, di tre metri di altezza e 50 di larghezza ciascuna. In tutti e tre gli scenari, secondo lo studio, i vantaggi per gli allevamenti di mitili sarebbero pressoché trascurabili.

«Le variazioni delle temperature delle acque sarebbero minime», ha spiegato Andrea Pedroncini, responsabile del settore marittimo di DHI Italia.

I varchi, invece, favorirebbero la velocità delle correnti, a beneficio degli allevamenti. «In questo caso aprire la diga aiuterebbe. Ma la presenza di una struttura lunga più di due chilometri fa sì che le correnti all’esterno viaggino parallele alla diga – ha precisato Pedroncini –. Con i varchi, quindi, avremmo dei vantaggi solo vicino alle aperture, ma non ai lati, dove sono collocati gli allevamenti. È un effetto locale che non riusciremmo a sfruttare». Stesso discorso varrebbe per la quantità di ossigeno disciolto nell’acqua, strettamente legata a temperature e correnti. Nel caso delle aperture più grandi il moto ondoso dentro diga (anche nella parte più interna del porto) subirebbe un notevole peggioramento, da impedire persino le attività del terminal. Ma il sipario sul progetto «salva-muscoli» non è ancora calato: nei prossimi giorni mitilicoltori e Authority vaglieranno altre eventuali soluzioni tecniche.