Dietro la ’Experience srl’ il Grand Hotel dei Paletti

La società che ha presentato il progetto per la struttura in fregio a San Pietro è partecipata al 95 per cento dalla compagine proprietaria dell’albergo di lusso

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Dal 4 novembre scorso a controllare la società "Palmaria experience srl " - costituita il 9 settembre del 2020 con l’obiettivo ri realizzare lo stabilimento balneare nell’area di proprietà sull’isola nell’ex cava Carlo Alberto sull’isola - è la società Renargia Spa, riconducibile alla famiglia Paletti, proprietaria e conduttrice dal 2014, attraverso il ruolo propulsivo di Raffaele Paletti, del Grand Hotel di Porto Venere, unico hotel a 5 stelle del territorio nel Sito Unesco (dalle Cinque Terre a Porto Venere, isole comprese). Un subentro al 95 per cento delle quote, la cui parte rimanente resta in mano da Antonio Renato Polacci, l’amministratore unico della società e titolare del Bagno Roma di Ponente di Forte de Marmi. Avevamo cercato più volte la scorsa estate, telefonando allo stabilimento versiliese, di contattarlo. Sforzi vani, anche negli ultimi giorni. Al pari di quelli, ieri, per stabilire un contatto con Raffaele Paletti, dopo le rivelazioni sulla riconducibilità alla sua famiglia di "Palmaria experience" diffuse su Facebook dal biologo ed esperto ambientale Fabio Giacomazzi, fra i più attivi animatori del fronte ecologista che ha indirizzato al Comune di Porto Venere una pioggia di osservazioni al progetto di "Riqualificazione dell’area dell’ex cava Carlo Alberto con ricomposizione del fabbricato esistente ad uso ristorante e realizzazione di stabilimento balneare" come da intestazione dell’istanza tesa all’ottenimento del permesso a costruire in attuazione del progetto depositato il 4 aprile scorso al Comune di Porto Venere. Un progetto convincente, apprezzato dai nuovi proprietari e dal committente iniziale Renato Angelo Polacci. Attendono che il procedimento concluda l’ultimo tratto dell’iter – passato dal vaglio della Conferenza dei servizi e dalla Commissione locale del paesaggio (che ha dato alcuni prescrizioni sulle piscine) – fino alla firma del responsabile dell’Ufficio urbanistica, l’architetto Simone Cananzi "indirizzato" al disco-verde da una recente delibera della giunta comunale (dell’11 novembre) che si è ancorata alla "flessibilità nelle procedure di intervento" previste dal Piano Urbanistico comunale - risalente al 2002 con destinazione d’uso dell’area a stabilimento balneare - per dare il la al permesso di costruire, senza intraprendere la più articolata procedura di Puo che avrebbe comportato il passaggio in Consiglio Comunale. La via seguita è contestata nelle varie eco-osservazioni al progetto. Le argomentazioni sono tenute in caldo per un eventuale ricorso al Tar.

Corrado Ricci