Detenuti e studenti attori al Civico. Speranza e riscatto dietro il muro

"Dirimpetto. La rete nell’abisso" spettacolo teatrale realizzato col contributo della Fondazione Carispezia

Accorciare le distanze. Scavalcare e abbattere finalmente quel muro, cortina ideale – e forse, per questo, ancor più invalicabile – per scoprirvi dietro tutta la bellezza di un’umanità che, mettendosi in gioco, ha ritrovato speranza e con essa il riscatto sociale. "Dirimpetto. La rete nell’abisso" è lo spettacolo teatrale che si terrà giovedì 2 maggio, alle ore 21, al teatro Civico della Spezia. Ideato e diretto dall’impresa culturale e creativa spezzina "Scarti" – Centro di produzione teatrale d’innovazione, è l’evento finale della sesta edizione del progetto "Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza" che, approdando per la prima volta nel principale teatro della provincia, grazie al patrocinio del Comune della Spezia; vedrà sulla scena detenuti della casa circondariale della Spezia e studenti spezzini (nella foto). L’iniziativa, di carattere nazionale, è promossa da Acri e sostenuta da 11 Fondazioni, tra cui Fondazione Carispezia. "Siamo orgogliosi – dice Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia - di essere tra i promotori di questo progetto fin dalla sua prima edizione e ringrazio la direttrice della Casa circondariale della Spezia, Maria Cristina Biggi, che da subito, con entusiasmo, ha contribuito in maniera determinante affinché questo progetto diventasse importante".

Nato dall’esempio, allora rivoluzionario, della compagnia della Fortezza nel 1988 presso il carcere di Volterra "Per Aspera ad Astra" sta realizzando in quindici carceri italiane percorsi di formazione teatrale; che riguardano non solo attori e drammaturghi ma anche altre figure professionali come scenografi, costumisti, truccatori, fonici e addetti alle luci. "Queste esperienze – spiega Corradino - servono ad abbattere il muro che esiste tra carcere e società un muro talvolta invalicabile fatto di pregiudizio". Ma l‘importanza dell’esperienza teatrale è proprio quella della costruzione di obiettivi. "Fondamentale – sottolinea Biggi – è costruire speranze attrarverso il raggiungimento di traguardi possibili, per questo mi auguro di riuscire, insieme a tutti i miei collaboratori che ringrazio, a stabilizzare questo tipo di laboratorio che mostra finalmente il lato umano di chi è in carcere". Uno spettacolo che ha tutte le caratteristiche di una produzione professionale a tutti i livelli: "Sta forse proprio nel prodotto artistico finale – dice Andrea Cerri, presidente di "Scarti"- l’innovazione di questa iniziativa è l’averla impostata come come qualcosa di molto seria anche dal punto di vista artistico per arrivare ad un spettacolo conclusivo di qualità con tutte le caratteristiche di una produzione professionale". Se è bello e non scontato vedere il sindaco, il presidente della fondazione e il direttore del carcere appoggiare insieme un progetto che ha come fine ultimo il reinserimento di individui nella società, come fa notare Enrico Casale, regista e direttore artistico "Per Aspera ad Astra" altrettanto bello e non scontato è vedere carcerati e studenti condividere sul palco questa avventura. E le istituzioni sono chiamate a fare squadra come conferma il sindaco Pierluigi Peracchini:

"La vera sfida è la continuità, dobbiamo fare di più e insieme. Per questo rinnovo la disponibilità dell’amministrazione per tutte le iniziative volte a dare prospettiva di reinserimento sociale e professionale". "Il progetto di valore artistico e partecipato – dice Donatella Pieri, presidente della commissione arte, attività e beni culturali di Acri - sfida i pregiudizi e restituisce il diritto alla bellezza anche a coloro che si trovano in carcere".

Alma Martina Poggi