Emergenza depressione. Le donne più esposte al rischio di malattia

Principali cause e sintomi da valutare

Emergenza depressione

Emergenza depressione

La Spezia, 25 maggio 2019 - La depressione non è la tristezza o la sottile malinconia che possono provare tutti nella vita, ma un disturbo psichiatrico diffuso nella popolazione, in continua e costante crescita, con oltre 300 milioni di malati in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità pone la depressione in cima alla lista delle cause di cattiva salute nel mondo e la considera come un’emergenza da affrontare con decisione. Colpisce almeno una volta nella vita, da una persona su cinque a una su tre. In sostanza, il rischio di un individuo di sviluppare un episodio depressivo durante la propria esistenza è di circa il 15% e l’ Oms ha valutato la depressione maggiore come la quarta causa di disabilità tra tutte le condizioni patologiche, prevedendo che possa diventare, entro il 2030, la malattia cronica più diffusa. Può colpire tutte le età, comprese l’infanzia e l’adolescenza, con un esordio più frequente tra i venti e i trent’anni. 

Le cause sono molteplici e i fattori molto vari: da quelli genetici a quelli ambientali, da quelli biologici a quelli caratteriali. Anche situazioni di stress, malattie organiche e farmaci possono concorrere allo sviluppo della depressione, malattia che, più di altre, è influenzata, in quanto a sviluppo e progressione, dalla biologia femminile con le peculiarità anatomiche, funzionali e, soprattutto, ormonali che la caratterizzano. I sintomi più importanti per la diagnosi sono umore depresso e diminuito interesse o piacere per tutte, o quasi, le attività. Gli altri sette sintomi associati possono anche non essere tutti presenti: perdita o aumento significativi del peso o dell’appetito; insonnia o ipersonnia; rallentamento o agitazione psicomotoria; affaticamento e perdita di energia; sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati; ridotta capacità di pensare e di concentrarsi; indecisione; ricorrenti idee di morte. 

Le donne, oltre ad avere un’aumentata possibilità di ammalarsi nel corso della vita e a riferire, rispetto agli uomini, un maggior numero di disturbi, presentano anche una maggiore durata degli episodi di malattia. Le cause della depressione femminile sono complesse e multifattoriali, ma il ruolo degli ormoni sessuali è ben noto. Infatti la malattia si presenta più frequentemente nelle fasi della vita della donna in cui si verificano i grandi cambiamenti ormonali, come pubertà, gravidanza, puerperio e climaterio. Il rischio di depressione coinvolge l’intero ciclo riproduttivo della donna dai 15 ai 45 anni ed è proprio durante l’adolescenza che cominciano a manifestarsi le differenze di genere.

Secondo l’Abc model per le differenze di genere nella depressione tra i 13 e i 15 anni, fattori affettivi (personalità ed emozioni), biologici (predisposizione genetica, ormoni puberali, età della prima mestruazione e dello sviluppo psicofisico ) e cognitivi (assetto cognitivo, tendenza alla ruminazione, immagine corporea), conferiscono una vulnerabilità alla malattia che, interagendo con lo stress e con gli eventi di vita negativi, fa si che questa colpisca le ragazze in modo predominante. Quadri diversi sono associati a specifici momenti del ciclo riproduttivo femminile: la sindrome premestruale e il disturbo disforico premestruale coincidono con la fase luteale del ciclo mestruale (un altro fattore da tenere in considerazione è la correlazione tra flussi mestruali abbondanti e l’insorgenza di una depressione).

La depressione in gravidanza nel periodo pre-parto; la maternity blues entro due settimane dal parto; la depressione post-partum entro le prime quattro settimane (fino a 12 mesi); la psicosi post-partum nel primo mese; la depressione menopausale dai 5 ai 7 anni prima della menopausa. Curare la depressione si può e si deve. 

Rosanna Ceglie, direttore della Struttura complessa servizio psichiatrico diagnosi cura e direttore del Dipartimento salute mentale