Da Salvini l’invito ad andare avanti: "Dimettersi sarebbe come una resa"

Il ministro Salvini difende Toti e critica le dimissioni, sottolineando il boom infrastrutturale della Liguria. Presenta il suo libro e parla delle prossime elezioni europee.

"Conosco Giovanni Toti e lo stimo: spero che possa continuare ancora a fare il governatore di questa regione, perché per essere considerati colpevoli, si deve aspettare fino a un terzo grado di giudizio". Anche dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini (accolto da applausi scroscianti alla presentazione del suo libro ’Controvento - L’Italia che non si arrende’ alla rassegna ’DePortibus’) non è mancato un accenno alla vicenda giudiziaria ligure.

"Dal mio punto di vista dimettersi in questo momento sarebbe una resa nei confronti dei liguri che credono in questo sviluppo" ha risposto Salvini su eventuali dimissioni di Toti. Argomento affrontato dal ministro anche ancora prima di arrivare a Spezia, durante una visita al Salone del libro di Torino. "La Liguria è una regione che negli ultimi anni ha vissuto un boom positivo di crescita di infrastrutture. Non sono solito commentare nè le inchieste nè la loro tempistica: conosco Toti come persona per bene. Genova e la Liguria con la ricostruzione del ponte Morandi hanno dato esempio all’Italia di come si possono fare le cose bene e in fretta: spero che tutto si riveli privo di fondamento. Toti fa bene a non dimettersi perché se qualunque indagato dovesse dimettersi domani, l’Italia si fermerebbe", ha ribadito

Salvini.

Quanto al suo libro il ministro ha sottolineato di aver iniziato a scriverlo un anno e mezzo fa con Maria Giovanna Maglie "perché doveva essere scritto a quattro mani, poi il buon Dio l’ha chiamata a sè: è dedicato a due persone come Bossi e Maroni e a un altro grande italiano che ha rivoluzionato questo Paese, ovvero Silvio Berlusconi". Si parla anche delle prossime elezioni europee. "Io credo in un Europa che difende operai e fabbriche europee, la produzione europea continentale e occidentale. Vorrei che l’Europa non si vergognasse della sua storia".

Alma Martina Poggi