Convivenza sempre più difficile. Rumori, la barriera nel mirino: "Non serve praticamente a nulla"

Al Canaletto cittadini esasperati dal trambusto generato dalle navi nello scalo mercantile. Casati: "Impossibile renderla più alta". Nel frattempo abbattuti numerosi platani pericolanti.

Convivenza sempre più difficile. Rumori, la barriera nel mirino: "Non serve praticamente a nulla"

Convivenza sempre più difficile. Rumori, la barriera nel mirino: "Non serve praticamente a nulla"

Quartiere che vai, barriera che trovi. Barriere anzi. E quelle architettoniche, questa volta, non c’entrano nulla. Tuttavia l’improvviso abbattimento dei platani che costeggiano viale San Bartolomeo – argine verde e frondoso, deterrente alla calura estiva, allo smog e perfino alle polveri sottili – non deve più far preoccupare gli abitanti del limitrofo quartiere del Canaletto. "Stiamo operando – rassicura infatti l’assessore Kristopher Casati – l’abbattimento dei primi 100 alberi, sui 240, che appartengono alla classe ’elevato rischio di propensione al cedimento’, per poi procedere con la ripiantumazione di ognuno". Ma destare, e ormai da tempo, i malumori dei cittadini è l’altra barriera, quella artificiale. Si tratta della protezione fonoassorbente. Un’opera, presentata nel 2014, e che ha visto la luce solo nel 2020 con i suoi 732 metri di estensione e 3milioni e 862mila euro di spesa. Avrebbe dovuto ridurre l’impatto acustico delle attività portuali per gli abitanti del Canaletto. "La barriera fonoassorbente? Non serve praticamente a nulla – assicura Marco Barone – io che abito qui i rumori delle navi li sento ugualmente tutti, forti e chiari". Marco Mucchini invece che lavora presso il locale ’...non solo Bar’, fronte porto, è testimone anche dei rumori cui sono sottoposti quotidianamente i suoi clienti: "La barriera può, forse, attutire un po’ i rumori; ma chi abita qui li sente lo stesso, eccome. Per non parlare delle navi da crociera il cui frastuono continua anche la notte". A fargli eco, Edoardo Ravecca: "Oltre ai fumi – dice – altro problema è il forte rumore che perdura nelle ore notturne". C’è poi chi, nel quartiere, prova a pensare una soluzione: "I rumori dal porto – spiega Marco Ravecca – sono un problema urgente. La protezione antifonica avrà sicuramente mitigato il frastuono, ma posso assicurare che rimane ancora molto alto; soprattutto quello dei generatori delle navi da crociera. Evidenziare la questione essere contro l’attracco, anzi, ben vengano le navi e il benessere che portano; ma deve cambiare la loro gestione. Si potrebbe, per esempio, provare a ormeggiare più lontano, fuori diga e, con battelli, provvedere al trasporto dei turisti; come avviene già in altre città d’Europa e del mondo".

La replica dell’assessore all’Ambiente Kristopher Casati spiega come in realtà sia difficile trovare un giusto compromesso: "La barriera fonoassorbente – spiega – raggiunge già un’altezza limite in quella zona, tale da attutire di molto i rumori; purtroppo non è possibile renderla più alta per problemi di ordine statico oltreché di decoro urbano. Del resto, è complicato costruire una barriera sufficientemente alta per essere efficace, salvaguardando la visuale; così come è difficile renderla totalmente fonoassorbente e dunque oscurante, evitando lo sbarramento del paesaggio". Se messa così, la situazione non sembra essere molto rassicurante, platani a parte; forse una speranza all’annoso problema potrebbe profilarsi all’orizzonte. Si tratta del progetto, in capo all’Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale, relativo alla creazione di una fascia di rispetto compresa tra porto e contesto urbano; ricadente proprio nei quartieri di Canaletto e Fossamastra. Presentato nel 2017, prevede, con l’eliminazione dei due binari del fascio ferroviario, la restituzione di una zona urbana da attrezzare con itinerari ciclopedonali; nonché l’arretramento della barriera fonoassorbente di ben 10 metri. Insomma, un intervento "che porterà beneficio dal punto di vista dell’acustica" secondo Casati e che riqualificherà un quartiere dove le mancanze sono molte: "Del mio quartiere non mi lamento – dice Antonia Panarelli, della ’pescheria ’Palio del Golfo’ – ma a fare difetto è l’illuminazione che, soprattutto nelle vie interne è davvero fioca". Sulla stessa linea, Manuela Merlin, titolare de ’La Tata calzolaia’: "Sono un paio d’anni che l’illuminazione è bassa: la mattina presto e la sera le strade sono buie, non si vede nulla ed è diventato pericoloso".

Alma Martina Poggi