
Nel mirino dei giudici amministrativi non solo la determina che ha annullato l’intero iter. Sotto la lente anche l’errata valutazione dei titoli di studio in possesso del ricorrente.
Il concorso a porte chiuse finisce davanti al Tar, con i giudici che sospendono tutto l’iter in attesa di mettere sotto la lente tutta la procedura interna con progressione verticale espletata dagli uffici – e poi annullata in autotutela – per individuare un istruttore direttivo amministrativo da assegnare all’Ufficio pensioni del Cdr personale di Palazzo civico. La vicenda, pubblicata lo scorso aprile in esclusiva da La Nazione, è nota: all’inizio di febbraio la commissione esaminatrice, presieduta dal dirigente Mario Piazzini aveva concluso la procedura con l’individuazione della graduatoria e del candidato idoneo vincitore; nei giorni successivi, tuttavia, un altro dipendente, classificatosi al secondo posto della medesima graduatoria (a un solo punto di distanza dal candidato vincitore; ndr), inviò una pec al Comune per comunicare l’intenzione di presentare ricorso al Tar per l’annullamento del concorso. Il motivo? I colloqui erano stati tenuti a porte chiuse e non in una stanza aperta come previsto dalla normativa. Gli uffici di Palazzo civico, compreso l’errore, nell’aprile scorso decisero di annullare in autotutela tutta la procedura concorsuale e la relativa graduatoria. Azione che, tuttavia, non è servita per evitare l’offensiva legale: impugnati non solo gli atti del concorso, nei quali il dipendente secondo classificato contesta il minor punteggio attribuito dalla commissione d’esame ai titoli di studio posseduti, ma anche l’atto con cui nell’aprile scorso gli uffici di Palazzo civico avevano annullato l’intera procedura. Venerdì, l’ordinanza con cui i giudici del Tar ligure hanno accolto la sospensiva, congelando tutti gli atti comunali. "I motivi appaiono fondati in quanto la determina ha disposto l’annullamento dell’intera selezione laddove, in applicazione dei principi generali in materia, avrebbe dovuto annullare unicamente gli atti a partire dal segmento procedimentale viziato, ossia dalle prove orali illegittimamente effettuate a porte chiuse" si legge nell’ordinanza dei giudici, che giudicano fondato anche il motivo relativo all’errata valutazione per difetto dei titoli del candidato ricorrente. L’udienza è stata aggiornata a gennaio, quando i giudici potrebbero correggere d’ufficio la valutazione dei titoli di studio, ’promuovendo’ il ricorrente.
Matteo Marcello