
Il nuovo commissario di via del Molo, Bruno Pisano
La Spezia, 14 giugno 2025 – Il curriculum di Bruno Pisano è talmente lungo e denso che rinuncio a pubblicarlo e invito chiunque abbia voglia di saperne di più a consultarlo prossimamente sul sito dell’Authority. Del nuovo commissario di via del Molo, in città tutti sanno tutto. E dunque nessuno sa niente. Sappiamo che non è un politicante. Sappiamo che è un uomo concreto e dalle doti umane. Sappiamo che ha vissuto di porto e nel porto. Da sempre. Adesso lo vedremo all’opera: sarà lui a di dirigere l’orchestra.
Pisano, pienamente soddisfatto o si aspettava piuttosto la nomina diretta a presidente?
“Beh, diciamo che la procedura di nomina si è complicata per una serie di discussioni e contrapposizioni di natura politica. Situazioni delle quali non si può che prendere atto. Per il resto, che dire? La nomina a commissario consente comunque di cominciare a impostare una linea di gestione delle attività del porto, che sono tantissime e complesse, Ci sono molte scadenze alle porte e dunque è importante che si cominci a mettere mano alle pratiche, dando continuità al lavoro che nei mesi scorsi la commissaria Federica Montaresi ha fatto egregiamente”.
Insomma, neanche un pizzico di delusione?
“Non direi proprio. Prendo atto del percorso avviato, ovviamente con l’auspicio che si arrivi poi a una nomina a presidente. Altrimenti perderebbe di senso anche il lavoro che si andrà a fare nelle prossime settimane”.
Ha già avuto modo di incontrare quelli che saranno i suoi collaboratori?
“Ancora no. L’insediamento è previsto per lunedì. Non sarebbe stato opportuno, penso, avviare delle consultazioni prima dell’investitura ufficiale. Però come operatore portuale frequento lo scalo assiduamente ormai dal 1980, e ho fatto parte sia del comitato portuale sia del tavolo di partenariato, per cui conosco l’ambiente e le pesone che ci lavorano e delle quali ho avuto modo di apprezzare nel tempo le competenze e le professionalità”.
Ci sarà un passaggio di consegne con Federica Montaresi?
“Certo, ma non solo. Con Federia c’è un rapporto di conoscenza e collaborazione che va avanti da anni. Sarà un piacere continuare a lavorare con lei, che è veramente la memoria storica dell’ente: per quello che ha fatto nel corso di una lunga e proficua carriera e anche per le energie spese negli ultimi mesi per garantire continuità di azione al porto, peraltro con risultati egregi”.
Dunque, Montaresi continuerà a ricoprire l’incarico di segretario generale?
“Assolutamente sì. Federica era e continuerà ad essere il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale della Spezia e di Marina di Carrara”.
Quale sarà nei prossimi dieci anni il ruolo del porto della Spezia nel contesto del Tirreno e più in generale dei traffici internazionali?
“Parlare di scenari a dieci anni in un mondo in così rapida trasformazione è roba da visionari. Sicuramente nei prossimi mesi avremo bisogno di essere reattivi e flessibili per cogliere al meglio le opportunità generate da nuovi e futuri stimoli. Negli ultimi anni, guerre, protezionismi e terrorismi hanno modificato le rotte, e il Mediterraneo ha corso più volte il rischio di essere derubricato al rango di ’mare interno’: tutte situazioni che abbiamo imparato a gestire da un mese all’altro. Sicuramente dovremo lavorare per rendere i nostri porti più competitivi rispetto ai mercati emergenti e più funzionali alle esigenze di un gigantismo navale ormai inarrestabile. Su questo fronte il tema dei dragaggi è sicuramente prioritario ed è una questione di rilievo nazionale perché riguarda tutti gli scali del Paese: l’auspicio, dunque, è che si possa mettere mano in tempi rapidi alle normative vigenti, introducendo pratiche capaci di garantire maggiore uniformità, tempi di intervento più rapidi e soluzioni compatibili con la tutela ambientale, che significa accelerare sul cold ironing e sull’introduzione dei carburanti alternativi. Il tutto senza dimenticare che il porto non è soltanto merci e crociere: ci sono anche la nautica, che rappresenta una realtà estremamente importante per il territorio – e mi riferisco alla Spezia ma anche alla provincia apuana – e tutte le altre attività che gravitano attorno ai due scali. Infine, la formazione: è soltanto sulla formazione dei nostri giovani che si fonda la possibilità di mantenere quegli standard di ’know how’ che hanno permesso ai nostri porti di diventare un’eccellenza a livello nazionale e infrastrutture di riferimento per il sistema paese”.
I lavori del terzo bacino sono finiti nelle secche del Tar e l’accordo con Lsct sul Prp finora è soltanto sulla carta. Cosa si può fare per accelerare?
“Sappiamo che questi percorsi comportano anche momenti di stallo e sicuramente ci saranno dei passaggi da gestire. Lunedì potrò entrare nel dettaglio dei dossier, ma da operatore portuale e da lettore dei giornali sento di poter escludere l’esistenza di fattori potenzialmente in grado di bloccare le opere. Potranno esserci dei rallentamenti, ma quello che registro è la volontà di tutti gli attori di raggiungere il risultato”.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a frizioni con Scct sullo spianamento del Garibaldi. A novembre Regione e Ap avevano fissato per fine maggio il termine delle prime due fasi: bonifica e manutenzione dei fondali. A quanto pare, siamo in ritardo...
“Anche su questo ad oggi posso parlare da operatore portuale che conosce le vicende ma senza aver approfondito le tematiche da un punto di vista gestionale. Ci sono stati alcuni problemi legati a un cambiamento di scenari ed esigenze da parte degli utilizzatori del porto, ma mi risulta che ci sia stata grande capacità di ascolto da parte di tutti gli agenti e che ci siano state riunioni in cui si è definito il percorso da seguire. Il tema è aperto, ma mi sembra di registrare il massimo della buona volontà necessaria per arrivare a un punto di mediazione”.
Un paio di flash... Favorevole o contrario alla movimentazione ro-ro per il trasporto del Gnl attraverso il Golfo?
“Che io sia favorevole o contrario non è certo tema all’ordine del giorno (sorride, ndr.). Diciamo che mi trovo di fronte a una situazione della quale devo prendere atto e di cui prendo atto. Ci sono stati accordi, autorizzazioni, investimenti, con alcuni vincoli al traffico definiti dalla precedente gestione. Si tratta a questo punto di portare avanti l’iniziativa nel rispetto di tutte le esigenze, in primis quelle del territorio, e nel rispetto del lavoro fin qui impostato”.
Favorevole o contrario alla ricostruzione del ponte di Pagliari?
“Sicuramente il crollo ha prodotto un’interruzione che ha portato non pochi problemi. Poi nel tempo sono cambiati gli scenari. Ho letto anche di recenti pronunciamenti da parte della magistratura. Insomma, il tema è complesso e delicato. Merita piena attenzione e vedremo di gestirlo al meglio”.
La città preme per la restituzione di calata Paita. Può assumersi un impegno?
“Francamente vorrei farlo. E da lunedì mi assumerò tutti gli impegni che il ruolo impone. Lo farò con grande piacere e senso della responsabilità. Sono onorato dell’incarico ricevuto e mi ha fatto un immenso piacere registrare un supporto così generalizzato e trasversale, per dimensioni e misura per me inaspettato. Sento molto la responsabilità che mi deriva dal rappresentare il territorio nel quale vivo e lavoro e farò ogni sforzo per non deludere le aspettative, cercando di mettere a frutto ogni occasione di dialogo e confronto”.
Tutti le riconoscono doti professionali e umane. E in molti pensano che la sua provenienza sia un valore aggiunto per il territorio. Non le crea nessun imbarazzo sapere che d’ora in poi sarà chiamato a confrontarsi quotidianamente con gli ex colleghi della community? Da lunedì lei non sarà più un imprenditore, sarà un manager investito del compito di gestire un bene pubblico...
“La mia non è stata una candidatura spontanea. Il mio nome è stato fatto in ambiente portuale nel momento in cui altri profili più che autorevoli sono stati accantonati per ragioni politiche. C’è un patto non scritto tra me e la comunità da cui provengo: i ruoli cambiano e deve esserci massimo rispetto nei confronti delle funzioni e delle responsabilità che esse comportano”.