REDAZIONE LA SPEZIA

"Colpiremo le case vuote" Incastrati dalle microspie Sventata raffica di furti

I carabinieri ricostruiscono i piani estivi degli indagati e i progetti di fuga. Loro fanno scena muta davanti al giudice. Filtrano i retroscena degli arresti.

Hanno fatto scena muta davanti al giudice durante gli interrogatori di garanzia ma si erano rivelati loquaci settimane prima quando parlavano dei progetti estivi e autunnali e i loro discorsi vennero captati dalla microspia piazzata dai carabinieri sull’auto utilizzata per raggiungere i luoghi nei quali si sono consumati i furti nelle abitazioni a loro attribuiti. "Voglio fare tanto con le persone che vanno al mare". "Quando arriva luglio iniziamo...". Sono due delle frasi agli atti sulla base delle quali i segugi del Nucleo Investigativo diretti dal maggiore Marco Di Iesu hanno dedotto il piano estivo degli indagati - tre uomini e una donna di origini albanesi - di inanellare una serie di furti in abitazione e tesaurizzare i proventi nel mercato occulto degli oggetti preziosi. L’informativa ha convinto il pm Maria Pia Simonetti e il gip Diana Brusacà a dare corso alle misure cautelari (detenzione in carcere per gli uomini accusati di furto e obbligo di firma in caserma per la donna indagata per ricettazione) nel presupposto del rischio di reiterazione dei reati. Loro - Daniele Ziko, 27 anni; Klaudio Hibo, 21 anni; Gentiano NiKolli, 34 anni, e Kledia Ziko, 28 anni - non hanno voluto chiarire o rigettare le responsabilità individuali contestate. Queste, come è noto, riguardano una serie di furti avvenuti alla Spezia, Levanto, Massa, Seravezza e Camaiore (in provincia di Lucca) e Bedonia (in provincia di Parma). Assistiti dall’avvocato Pasquale Iodice, si sono tutti tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.

Trapela intanto che a motivare le misure cautelari è stato anche il pericolo di fuga: "D’estate lavoriamo, d’inverno stiamo a casa". "Raccogliamo tutto quello che abbiamo fatto e andiamo in Albania". Queste altre due frasi captate dalla microspia piazzata nella Lancia Musa nella disponibilità di Ziko Daniel e finite agli atti dell’inchiesta. Ma c’è più: a giustificare gli arresti è stato anche il sospetto che Ziko, qualora si fosse trovato faccia a faccia con le vittime del furto, non avrebbe esitato a colpire. "Se veniva dietro me, lo ammazzavo" riferisce ricostruendo un furto invernale. Nelle intercettazioni si parla anche di un’"arma" ma questa non è emersa dalle perquisizioni che, invece, paiono promettenti sul piano della restituzione degli oggetti trafugati: anelli, bracciali, catenine e orecchini d’oro. Nella caserma del Comando provinciale è in corso di approntamento un album fotografico che sarà prossimamente veicolato alle Stazioni dei Carabinieri nei cui territori si sono consumati i furti. Quelli contestati dell’ordinanza - sono una decina ma il sospetto è che la gang abbia colpito complessivamente, dall’ottobre scorso, una trentina di volte.

I lavori edilizi nei palazzi avrebbero costituito un’occasione per studiare dove e come portare a compimento i furti mirati. Di certo il tracciato satellitare del gps piazzato sull’auto di Zyko certifica la presenza della vettura nelle località teatro dei colpi, in prossimità delle case colpite, in orari compatibili. L’avvocato Iodice sta studiando le carte per individuare i varchi nei quali sviluppare l’azione difensiva.

Corrado Ricci