
L’Arci della Spezia va a congresso. Due giorni di discussione e confronto. Un “luogo’’ di dibattito su temi di attualità, covando l’ambizione di un respiro che valichi gli steccati dell’autorefenzialità. I lavori saranno ospitati domani pomeriggio al circolo del Favaro e poi sabato mattina nella sezione di Follo alto. E Il tema scelto per la due giorni di approfondimento – una platea di circa cinquemila iscritti sceglierà il direttivo, che a sua volta eleggerà il nuovo presidente – è quello dell’antifascimo, declinato nelle sue accezioni storiche e trasversali alle epoche. "Purtroppo – spiega Stefania Novelli, avvocato e presidente uscente – negli ultimi tempi abbiamo assistito a un crescendo di atti e richiami simbolici a un universo di disvalori che pensavamo superato. L’ultimo ‘rigurgito’ in ordine di tempo ha avuto per teatro l’ingresso del circolo Arci del Canaletto, vandalizzato con scritte dal sapore fascista. Episodi che ci impongono una presa di distanza alla quale nessuno deve sottrarsi".
Cosa vuol dire, oggi, essere antifascisti?
"L’antifascismo è per la nostra associazione un principio fondante, non solo come testimonianza di resistenza, ma anche come universo di valori – libertà, dignità e mutuo soccorso – che si richiamano direttamente al dettato della Costituzione e che devono permeare il nostro quotidiano".
Rifiutarsi di cedere a un disabile il posto occupato sul treno è un gesto fascista?
"Assolutamente sì. Mi ha molto colpito quanto successo sul regionale Genova-Milano: la vicenda in se stessa, ma anche il fatto che poco o nulla si sia fatto per evitare che accadesse. Uno dei problemi del fascismo di ritorno è l’atteggiamento inebetito di chi assiste a fatti e parole, spesso senza coglierne la portata o comunque opponendo un includente immobilismo".
Cosa è rimasto oggi degli anni d’oro dell’Arci? C’è chi rimprova all’associazione un approccio appannato e sbiadito rispetto alla mobilitazione degli anni ’80 e ’90.
"I due anni di pandemia hanno contribuito e non poco alla riscoperta del significato più autentico dell’associazionismo. Tante sono le iniziative in campo, con un marcato valore di militanza politica, anche su temi di rilievo internazionale. E l’impegno è palpabile, a livello nazionale come nei piccoli circoli, e sulle questioni dei diritti civili quanto sui nodi del pacifismo, dei servizi e del welfare di prossimità. Stiamo assistendo a una vera e propria riscoperta della galassia Arci e dei suoi satelliti".
Qual è la posizione di Arci sulla crisi Ucraina?
"Siamo pacifisti e crediamo che la pace si costruisca con il dialogo e il confronto, non inviando armi a paesi in guerra. Detto questo, riconosciamo che la crisi è stata innescata da un atto illegittimo di aggressione da parte della Russia. Ma l’individuazione delle responsabilità non ci esime dal dovere di ricostruire il contesto".
Roberta Della Maggesa