Cgil, allarme per il porto "Contship deve investire Altrimenti se ne vada"

Critici il segretario della Filt Stefano Bettalli e i rappresentanti delle Rsa "Indietro rispetto alla nuove sfide, manca una strategia chiara per lo sviluppo".

Il porto da anni ha preso il posto dell’Arsenale come traino per l’occupazione, ma la Filt Cgil ha lanciato l’allarme perché, superato il periodo della pandemia e i riflessi negativi della guerra, la situazione non è più la stessa. "C’è una grande preoccupazione sul futuro del porto spezzino – ha detto il segretario generale Filt della Spezia, Stefano Bettalli – che condividiamo con i lavoratori e gli imprenditori. Rispetto alle nuove sfide della portualità noi siamo indietro. Oggi Genova e Livorno hanno sciolto nodi importanti e fanno investimenti, pensiamo a Genova con i progetti della nuova diga e del Terzo Valico". Bettalli in questa sua denuncia è affiancato dai delegati Cgil delle Rsa Gabriele Pireddu e Matteo Lupetti della Contship, Mario Frumento della Doc Service e Daniele Menchini del Terminal del Golfo. Se il porto della Spezia non è riuscito a tenere il passo, il motivo sarebbe da ricercare nella mancanza degli investimenti necessari. E il dito viene puntato contro la Contship che è la realtà più grande: da lavoro a 634 persone che salgono a 1.500 anche con l’indotto.

"Contship è qui da diversi anni – spiega Bettalli – aveva firmato una concessione in cambio di investimenti e nuova occupazione che invece non si sono visti; poco tempo fa, con l’arrivo del presidente Sommariva, la concessione è stata rinegoziata; adesso Contship deve fare gli investimenti, altrimenti ci chiediamo perché debba rimanere a tutti costi. La mancanza di una strategia chiara di Contship è il freno allo sviluppo del porto della Spezia. Un’azienda che negli ultimi tre anni ha portato a casa un utile netto di 100 milioni, in un territorio che non è il suo e con centri decisionali altrove, deve avere col mondo del lavoro e delle imprese del territorio un atteggiamento molto diverso, più collaborativo e disponibile al confronto ed al dialogo".

Gli altri porti sono stati dormienti per anni e questo ha favorito la crescita di Spezia, siamo tuttora in grado di fare più treni di qualsiasi altro porto d’Italia.

"Ma per questo ci vuole un operatore portuale forte – affermano i sindacalisti Cgil – che abbia le idee chiare. Gli ultimi investimenti della Contship sulle attrezzature e mezzi risalgono a 12 anni fa, spesso si guastano e non ci sono i pezzi di ricambio. In dieci anni i lavoratori non hanno più la fiducia nel management aziendale e si è creato un clima di terrore. Di recente sono stati licenziati quattro ragazzi nel silenzio più totale".

Conclude Bettalli: "O Contship da garanzia per il rispetto degli impegni presi o credo che si debba prendere in considerazione, come misura estrema, la scelta di revocare la concessione. Oggi chi muove la filiera del trasporto merci non sono più i terminalisti, ma gli armatori, davvero pensiamo di affidare il rilancio del porto ad una società che negli ultimi anni ha subito un tale ridimensionamento?".

Massimo Benedetti