All’interno del percorso di medicina narrativa della Rsa Sabbadini, partendo da alcune foto evocative della giovinezza degli ospiti della struttura è cominciato un racconto che è poi divenuto un progetto intitolato: “C’era una volta il mare“, lavoro che è stato insignito del premio Nereidi, dedicato a Roberta Talamoni e rivolto al sociale. Il riconoscimento è stato consegnato in occasione della giornata del mare che si è tenuta alla Spezia. "Ci siamo accorte – spiega Noemi Sferrazza Papa, psicologa della struttura - che il mare è un po’ lo sfondo comune che gli ospiti della Sabbadini hanno. È un ricordo importante, un elemento di cui bisogna parlare. È – aggiunge Elisabetta Ioannucci, animatrice – anche il luogo dove hanno vissuto i primi amori e attraverso il quale subentrano le emozioni, la condivisione tra loro e tutto questo è bellissimo". Tra i racconti accompagnati da foto in bianco e nero o dai colori sgualciti di giovani spensierati, c’è quello di Alberto, che è stato ammiraglio su nave San Marco e sul Caio Duilio. Ricorda ancora vividamente di un mare forza nove, al largo di Porto Venere con onde talmente alte da arrivare al campanile e far suonare le campane. Voltando pagina, lo scenario cambia. C’è una giovane in barca, bella e scanzonata. È Daisy, ragazza degli anni ’50, sorridente e piena di speranza. Racconta delle sue passeggiate da Ameglia a Bocca di Magra vestita alla moda, con gli zoccoli e il cappello di paglia. C’è il ricordo delle colonie estive di Anusca, a Marinella, dalla spieggia bellissima e sempre pulita, mentre a Maria Vittoria, il mare fa venire in mente le serate davanti al camino, con il nipotino che chiedeva a suo marito di raccontargli le avventure vissute per mare: cinquant’anni di lavoro in giro per il mondo.
Tiziana invece è nata a Vernazza. Il mare le fa venire in mente i muretti a secco costruiti dal nonno, l’olio e lo sciacchetrà prodotti assieme e le corse la sera in spiaggia con le amiche per vedere le stelle. Ci sono poi i disegni colorati di azzurro di Mara, Miranda, Anusca, Lina, Anna Maria e Marisa. Ci sono la leggerezza della gioventù e i dolci ricordi di una vita, come quelli di Anna Maria Caretti, ragazza del ’36, dagli occhi profondi, amante della lettura e della poesia. "Sogno di andare al mare" racconta. "In famiglia eravamo cinque figli. La nonna viveva a Lerici e nel fine settimana andavamo a trovarla con papà. Mi ricordo che lui ci prendeva tutti per mano, ci portava in un punto di Lerici dove c’erano dei massi enormi e lì, ad uno ad uno ci buttava in mare". Per Giuliano Vespa, il mare è stato metà della sua vita. "Ci ho navigato tanti anni quando ero giovane – racconta- sulle navi sia commerciali che militari, come l’incrociatore lancia missili Caio Duilio". A Miranda Guidi, 93 anni a giugno, il mare riporta invece alla memoria il tempo trascorso con suo suocero, capo squadra dei muscolai alla Spezia. "Mi piaceva – ricorda- quando, arrivando dal mare, vedevo spuntare il tralcio dei muscoli. Mi piaceva vederli, ma anche mangiarli" sorride. "Io i muscoli – ribatte Mara Guidi, 91 anni -me li mangiavo crudi, cotti, in tutte le maniere. Quando ero bimba andavamo a Lerici e sul lungo mare c’erano i banchi che li vendevano aperti, con il limone sopra e si mangiavano lì. Sono cose che non si dimenticano".
Maria Cristina Sabatini