Calciatore sospeso dopo gli insulti razzisti in campo La vittima: "Non ho reagito per evitare l’escalation"

La lezione di Nicola Marte 19 anni, nato alla Spezia da genitori dominicani

Ha incassato gli insulti razzisti senza scomporsi. "I miei genitori mi hanno sempre detto di non reagire alle provocazioni e di mantenere la calma per scongiurare il rischio di degenerazioni. Poi, chi dice certe cose, non è nemmeno degno di attenzione...". Parola di Nicola Marte, 19 anni, esterno sinistro del Canaletto Sepor, sembianze e sangue latinoamericano nelle vene (è figlio di due dominicani), che due domeniche fa era stato bersagliato dell’epiteto "sporco negro" scandito, almeno quattro volte, da un avversario del Busalla, quello chiamato a marcarlo stretto, nella partitore del campionato di Eccellenza, in terra genovese. Quest’ultimo ha avuto quel che meritava: la squalifica per 10 giornate. E, ancor prima, le reprimende dei dirigenti che lo hanno sospeso in attesa del provvedimento disciplinare innescato dalla segnalazione dell’arbitro al giudice sportivo. Nicola ieri è tornato in campo (al Tanca, per la partita contro l’Atletic, finita 0 a 0) e ha inanellato tantissimi testimonianze di solidarietà e attestati di stima per il comportamento assunto: una lezione di stile. "E’ stato bravissimo a mantenere il sangue freddo, ad evitare commenti che avrebbero potuto innescare un’escalation di tensioni" dice il suo allenatore, Simone Caprirte. Nicola si è tenuto tutto dentro. "Ormai ci ho fatto il callo. Non è stata la prima e non sarà l’ultima volta che accadono certe cose. Fortunatamente capita sempre più di rado" dice spiegando il senso del suo comportamento responsabile, alimentato dalla fiducia verso la giustizia, in questo caso sportiva.

"L’arbitro, quando ha ascoltato con le sue orecchie (era la quarta volta che ricevevo l’offesa) ha agito prontamente, tirando fuori dalla tasca il cartellino rosso. Poi è successo il resto, comprese le attestazioni di solidarietà dei dirigenti del Busalla. Mi hanno fatto molto piacere".

Che dire all’avversario razzista?

"Cerca di cambiare, di crescere: lo sport è una bella palestra, coltivala con passione, aiuta a trovare la giusta strada nella vita"

E tu che strada hai trovato?

"Sto mettendo a frutto i miei studi all’istituto Alberghiero. Lavoro in una pizzeria".

Ti senti integrato?

"Sono nato alla Spezia, mi sento spezzino, amo la nostra città: qui sono cresciuto a voglio crescere ancora, insieme a tanti amici, a cominciare dai compagni di squadra, dai dirigenti del Canaletto che ringrazio per tutte le premure che di dimostrano".

Corrado Ricci