Base navale, corsa all’energia green Avanti tutta coi pannelli fotovoltaici

Impianti posati su 32mila metri quadrati di tetti. Produrranno l’effetto della rimozione dell’eternit, dove c’era

Di fronte allo stand (il più grande dell’esposizione) della Marina Militare; anche così Difesa Servizi Spa esprime a Seafuture la centralità del suo operare per la gestione e la valorizzazione degli asset del Ministero della Difesa, rapportandosi col mercato, quale società in house. "Proprio i padiglioni dell’Arsenale dove si sta svolgendo l’expo’- evidenzia l’amministratore delegato Luca Andreoli alzando gli occhi verso le volte - sono stati oggetto della recente valorizzazione energetica da parte della società con l’installazione dell’impianto fotovoltaico. Quello in corso nella base è l’intervento più esteso tra gli enti militari". Valutazione sull’evento e sulla location? "Essere qui è molto importante perché Seafuture è diventata negli anni un punto di riferimento nell’ambito della Blue Economy. Le potenzialità dell’Arsenale della Marina Militare sono espresse in modo efficace".

Facciamo intanto il punto sull’efficientamento energetico green della base navale che guarda al sole per capire come procede la posa sui tetti dei capannoni degli impianti fotovoltaici. Da quanto è emerso è stata raggiunta la copertura di una superficie complessiva di 32mila metri quadrati rispetto 134mila totali. Le operazioni sono sono effettuate dall’impresa Solar Solution 2 che ha vinto il bando della gara del 2011. La superficie al momento autorizzata per la messa in opera degli impianti è pari quasi a 50mila metri quadrati. Gli interventi hanno il valore aggiunto della bonifica dei tetti dalle coperture in eternit, là dove è presente, anche se il loro stato, per consistenza, esclude il rilascio delle fibre. E’ già accaduto per due capannoni prospicienti l’abitato di Marola. Accadrà prossimamente per altri tre grandi tetti.

Insomma due piccioni con una fava: eliminare un materiale pericoloso, realizzare un nuova copertura isolata. Risposte parallele all’operazione di efficientamento energetico, realizzato con le coperture di nuova generazione sulle quali si innestano gli impianti fotovoltaici. La potenza dell’impianto fotovoltaico raggiungerà i 5,6 megawatt; a completamento dell’installazione dei pannelli verrà soddisfatto il 20 per cento del fabbisogno elettrico della Base. Il risparmio sarà anche sul piano delle immissioni di anidride carbonica in atmosfera: un contributo alla contrasto ai cambiamenti climatici. Secondo le notizie raccolte allo stand di Difesa Servizi sarebbe paragonabile all’effetto di grossi Tir in fila da Milano a Venezia.

Intanto le tecnologie migliorano, le nuove installazioni permetteranno di traguardare livelli di potenza maggiori. La tabella di marcia di Difesa Servizi prevede il raggiungimento ad ottobre della copertura delle superfici autorizzate, come detto, pari a quasi 50mila metri quadrati. La società confida poi nella possibilità di agire su altri 15-20mila metri quadrati che, con la prevedibile resa futura delle nuove tecnologie, potrebbe consentire di coprire quasi il 40 per cento del fabbisogno energetico, con riferimento ai consumi attuali.

Al momento l’appalto procede sulla base della progettazione pregressa che prevede di generare energia elettrica da fonti rinnovabili. Ciò in attesa degli sviluppi della progettazione in corso nell’ambito del programma infrastrutturale Basi Blu che mira allo sviluppo dell’offerta di ormeggi delle navi di nuova generazione anche sul piano dell’ottimizzazione delle forniture energetiche, col cold ironing. Intanto Difesa Servizi cura la gara per la concessione della gestione economica del Museo Navale. Il termine per la presentazione delle domande scade l’11 luglio. Nel bando riferimenti di principio sull’espansione dell’area espotiva.

Corrado Ricci