
Un tavolo di confronto con Open Fiber per fare il punto sui ritardi che stanno caratterizzando il progetto di infrastrutturazione della banda ultralarga. Arriva a Genova la vicenda di Riccò del Golfo, dove il sindaco Loris Figoli nei giorni scorsi ha vergato una diffida nei confronti di Infratel – società del Mims nonché soggetto attuatore del Piano nazionale banda larga e progetto strategico banda ultralarga – e Open Fiber con l’invito a dare corso ai lavori di infrastrutturazione della nuova rete, nel rispetto di quello che fu accordo di programma per lo sviluppo delle aree nel territorio comunale non coperte da servizi a banda ultralarga, sottoscritto dal Comune nel 2018 e attuato solo in minima parte, dato che la conclusione dei lavori doveva avvenire entro la fine del 2019 ma a oggi sono stati installati solo tre chilometri di cavi, tanto che la fine delle opere è preventivata nel 2023. Ieri, negli uffici di Regione Liguria, l’incontro del sindaco Figoli con i tecnici di Liguria Digitale, i dipendenti regionali del comparto che si occupa del progetto di transizione digitale, e rappresentanti di Anci. Risultato? Non solo la presa d’atto che il progetto di Open Fiber sta vivendo ritardi strutturali in Liguria così come nel resto d’Italia, ma anche l’impegno della Regione ad aprire un confronto tra Comune e Open Fiber per arrivare a definire la situazione. "Sono soddisfatto dell’interesse mostrato dalla Regione, che a pochi giorni dalla mia iniziativa ha preso in carico il tema ben comprendendone la portata, anche alla luce di una situazione che sta diventando sempre più difficoltosa, acuita dalla congestione causata anche dallo smart working e dalla didattica a distanza. Abbiamo dovuto prendere atto che la chiusura delle lavorazioni è stata posticipata addirittura al 2023, con conseguenze disastrose per la mia collettività, tali da ipotizzare i più drammatici scenari sotto un profilo occupazionale e del diritto allo studio. Gruppi di residenti ed imprese – sottolinea il sindaco del Comune della bassa Val di Vara – stanno valutando class action mirate, in virtù del sempre più frequente mancato diritto al lavoro e allo studio. Inoltre, stante l’inadeguatezza dei parametri di connettività, nelle ore di punta, quando la domanda è molto alta, l’ente non è in grado di garantire le proprie essenziali priorità amministrative". Un danno a cui si somma un’incredibile beffa: nei giorni scorsi al Comune è stata recapitata un’offerta da parte di un operatore per l’erogazione di servizi di rete, sostenendo che a Riccò la fibra di Open Fiber fosse già stata installata.
Matteo Marcello