
Area marina protetta in sofferenza Dagli idrocarburi ai rumori "Dati in aumento esponenziale"
"L’Area marina protetta, il mare, le marine, sono in grave sofferenza". È la lettura data dalla Comunità marinara delle Cinque terre ai dati emersi dallo studio commissionato dal Parco nazionale alle Università di Genova e Università della Sorbonne, sugli effetti delle attività svolte all’interno della Area marina protetta nel 2022. Uno studio basato "sui dati delle tracce Ais, su varie strumentazioni di rilevazione dislocati in tutta l’Amp e sui dati comunicati dalle categorie di utenti autorizzati: la sua lettura palesa con scientifica crudezza ciò che da anni stiamo vanamente denunciando – fanno sapere dall’associazione –. Tutti i parametri esaminati, dagli idrocarburi all’inquinamento acustico sono in esponenziale aumento sia rispetto al periodo Covid che precedente. Gli idrocarburi bruciati, i maggiori inquinanti, sono da imputarsi al trasporto marittimo di linea per il 44%, alle attività di noleggio natanti per 31,6%, al trasporto passeggeri e visite guidate per il 15,3%, al diporto ricreativo, alla pesca professionale, al trasporto passeggeri, ai diving, complessivamente per il 3,8 %; il totale del carburante è di quasi 768.000 litri con una produzione di quasi 2.500 tonnellate di anidride carbonica. Lo studio dice che ‘dalle 10 alle 20 la fauna in zona C non ha praticamente periodi di tregua dal rumore antropico, in quelle ore il rumore delle imbarcazioni è presente costantemente’. I transiti delle imbarcazioni presso le nostre piccole e inadatte Marine, hanno assunto proporzioni tali da poter essere comparati alle fiumane di persone che giornalmente, da anni, si riversano incessanti nei nostri cinque paesi".
Secondo la Comunità marinara, "i dati relativi all’esame delle tracce Ais relativi ad un’ora di attività svolta da trasporto di linea e passeggeri e noleggio natanti, dimostrano impietosi che la vera area marina protetta, si trova fuori dalle Cinque Terre, da Bonassola verso Sestri Levante. Parimenti lo studio dimostra come la maggiore parte del traffico proviene da territori estranei all’Amp". Problema, quello dovuto al sovraffollamento dell’Area marina protetta, cui si aggiungono "la gravissima mancanza di depuratori" e "l’insufficiente controllo da parte degli enti sui diportisti non autorizzati". Dalla Comunità marinara anche un affondo circa la vicenda del bando per l’assegnazione delle autorizzazioni alle attività di locazione e noleggio di unità da diporto nell’Amp, sospeso dal Tar "Le previste 60 autorizzazioni bastano e avanzano. Nel caso si dovesse procedere ad ulteriori restrizioni, come da suggerimento della Università della Sorbonne, mai e poi mai queste dovranno interessare neppure uno di quelli che vanno in mare per lavoro o per diletto e che nelle Cinque Terre ci vivono e risiedono fisicamente ed anagraficamente da almeno 10 anni".