REDAZIONE LA SPEZIA

Appeso alla roccia sullo strapiombo Spettacolare salvataggio notturno

Giovane turista recuperato dall’elicottero col verricello. Imponente mobilitazione di uomini e mezzi alle 5 Terre

Aggrappato alla parete rocciosa in una nicchia a strapiombo sul mare sferzato dal libeccio che soffiava a 70 chilometri orari alimentando onde alte 4 metri, impossibilitato a riguadagnare il sentiero che aveva percorso per arrivare fin lì perché nel frattempo lo stesso era stato inondato ed era franato. Voleva provare il brivido dell’escursione a tu per tu con la mareggiata e per poco non ci lascia la pelle. Un giovane 28enne di Torino ha rischiato grosso nel tratto di costa fra Corniglia e Manarola. Lo hanno salvato l’effetto combinato delle sue invocazioni d’aiuto, la captazione delle stesse da parte di un turista, la mobilitazione di uomini e mezzi scattata dopo l’allarme raccolto, alle 20,30, dalla sala operativa della Capitaneria che ha coordinato l’imponente macchina dei soccorsi interforze, dal mare, da terra e dal cielo (all’opera anche Vigili del fuoco, carabinieri e 118). A liberarlo è stato un elicottero della Guardia Costiera grazie alle localizzazione terrestre resa possibile dai fasci di luce delle fotocellule dei Vigili del fuoco e alle forze residue con cui l’escursionista era riuscito ad allungare una mano dalla nicchia in cui si era accovacciato per sfuggire al mare agitato. Vani i tentativi del recupero via mare con le vedette sballottate dai marosi, la salvezza è arrivata alle 23,40 dall’elicottero Aw 139 CP della Guardia Costiera col team costituito dal capitano di corvetta Antonio Troisi (pilota e capo equipaggio), dal tenente di vascello Damiano Catalano Castiello (secondo pilota), dal primo maresciallo Enrico Criscuolo (operatore di volo), dal sottocapo di prima classe Marco Restivo (aerosoccorritore). E’ stato quest’ultimo (appeso al cavo d’acciaio ancorato all’elicottero posizionato sulla verticale, con le pale del velivolo che sfioravano la parete rocciosa) a tendere la mano all’escursionista e ad imbragarlo col verricello a bordo del velivolo. Manovre ardite. Sinergie terra-mare perfette. Un’avventura a lieto fine, l’escursionista è stato portato all’ospedale di Sarzana per la medicazione di alcune ferite e i trattamenti contro un accenno di ipotermia. La sua storia si fa monito: mai giocare d’azzardo col mare agitato.

Corrado Ricci