REDAZIONE LA SPEZIA

Appello di Confartigianato ai politici "Fate qualcosa, si rischia di fallire"

Il vice presidente nazionale Paolo Figoli: "Servono serie verifiche dei requisiti di accesso al mercato". E lancia una serie di proposte per trovare una soluzione condivisa a Patuanelli, presidente dell’Abi

Le continue modifiche alle norme sugli incentivi in edilizia rischiano di bloccare una volta per tutte i lavori di riqualificazion degli edifici e tagliare fuori buona parte delle imprese edili, impiantistiche e molti condomini che hanno predisposto lo studio di fattibilità o intrapreso i lavori e ora rischiano di chiudere i battenti. "A complicare un quadro legislativo già intricato – spiega Paolo Figoli vicepresidente nazionale di Confartigianato Costruzioni – è arrivata il 12 maggio la norma del decreto legge ‘Taglia prezzi’ che impone, anche alle imprese che operano in subappalto, il possesso delle attestazioni SOA (certificazione fino a maggio obbligatoria solo per le ditte che partecipano ad appalti pubblici) per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516mila euro. Una disposizione che, pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori, di fatto è una barriera anticoncorrenziale". Secondo Confartigianato negli ultimi 20 anni, il possesso delle attestazioni SOA non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori. Inoltre, l’accesso ai bonus edilizi è già stato subordinato a una serie di controlli stringenti e, per contrastare il fenomeno delle imprese ‘fantasma’ temuto dal Governo Draghi, servono piuttosto serie verifiche dei requisiti di accesso al mercato, come al legge di regolamentazione del settore edile, e strumenti già operativi come il DURC, la congruità e l’intensificazione dei controlli. Un altro tema caro a Confartigianato spezzina che rischia di mandare in corto circuito il mercato delle riqualificazioni edilizie è il blocco del sistema della cessione dei crediti per la stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari. Il risultato paradossale è che le imprese non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi. Così il settore è sull’orlo del precipizio, si moltiplicano i casi di fallimento che potrebbero coinvolgere anche alla Spezia centinaia di imprese.

Tutto questo è ancor più paradossale se si considera che il settore delle costruzioni è il driver della ripresa economica. Così i bonus edilizia voluti per favorire la ripartenza post Covid dell’economia sembrano perdere efficacia per questo valzer normativo. Da qui il sollecito di di Confartigianato La Spezia, che in provincia rappresenta nel settore edile un migliaio di imprese tra società più strutturate e partite iva, ai parlamentari locali di un rapido intervento per liberare i “cassetti fiscali”, salvare le imprese e l’idea vincente di riqualificazione green del Paese che altrimenti rischia di naufragare nel mare della burocrazia legislativa.

E resta il nodo delle cessioni del credito fonte di grande tensione tra imprenditori e banche anch’esse prese alla sprovvista da questi cambi improvvisi. Da qui la lettera di Confartigianato ad Antonio Patuelli, presidente dell’ABI in cui l’associazione chiede – "Un’attività di rilevante semplificazione e fluidificazione dei sistemi di compensazione, a sistemi organizzativi di interoperabilità delle istruttorie tra i diversi Istituti, piuttosto che all’allargamento della platea di soggetti privati che può acquistare crediti dalle banche fino a immaginare, perché no, un acquirente di ultima istanza che possa intervenire per deflazionare i potenziali rischi che possono derivare da una crisi sistemica". La situazione è contorta e occorre correre ai ripari al più presto.