Circoli, allarme rosso. "Aiutateci o è la fine"

Sono gli unici del settore ristorazione a essere rimasti sempre chiusi. "Due hanno già alzato bandiera bianca. I ristori? Mai arrivati"

La presidente provinciale dell’Arci Stefania Novelli con Daria Pantani

La presidente provinciale dell’Arci Stefania Novelli con Daria Pantani

La Spezia, 11 febbraio 2021 - Momenti difficili per tutte le attività legate alla ristorazione, allo sport e all’aggregazione. Alcune categorie economiche sono davvero state messe a dura prova da questa pandemia che sembra non vedere una fine: tuttavia in qualche modo ciascuna di queste è stata ricompresa nei vari decreti di ristoro per garantire un minimo di respiro a quanti hanno dovuto abbassare le serrande. Tutti, tranne i circoli ricreativi. Questi, per natura legale, non sono compresi nelle attività di somministrazione di cibo e bevande perché per loro non può rappresentare la fonte primaria di attività e quindi di sostentamento.

I circoli nascono come luoghi di aggregazione dove il bar o il punto ristoro sono solo un’attività secondaria e legata solo al servizio dei soci; tuttavia molto spesso non è proprio così. Il ricavato da quella fetta di attività sostiene tutti i progetti del circolo, rappresentando incassi quotidiani e aiutando i gestori a coprire tutte le spese vive del circolo. Da inizio pandemia quindi queste categorie sono state soggette a chiusure senza ricevere nessun ristoro, pur mantenendo inalterate le spese fisse e solo dopo molte proteste anche i codici Ateco dei circoli sono stati introdotti negli elenchi degli aventi diritto agli indennizzi nell’ultimo dpcm, ma ancora i soldi non sono arrivati. Stefania Novelli, presidente provinciale Arci fa il punto della situazione che per quanto riguarda i circoli dello spezzino è veramente a tinte fosche, con presente difficile e un futuro pieno di insidie e tutto da decifrare.

«Da marzo scorso hanno chiuso due circoli in provincia, e molti altri sono in difficoltà. Purtroppo nulla è stato fatto per salvaguardare queste attività che invece si sono adoperate sin da subito per prestare assistenza e solidarietà alla cittadinanza organizzando consegne a domicilio di farmaci o raccolta di generi alimentari per chi ne avesse avuto bisogno. E’ paradossale: adesso quelle stesse persone che si sono adoperate per il prossimo, sono in difficoltà e le istituzioni non le considerano. I ristori? Sono stati promessi molte volte, ma allo stringere del nodo non sono mai arrivati". Facilmente immaginabili le conseguenze per chi è trovato senza alcun introito. "Oggi – prosegue Novelli – molti gestori sono sull’orlo della chiusura, e senza nessuna prospettiva per il futuro sarà molto difficile andare avanti". Le attività dei circoli sono soprattutto legate all’aggregazione di persone anziane, o in difficoltà che vedono nel circolo un posto in cui affrontare la solitudine, passare qualche ora di giornate che sembrano interminabili o poter essere utili a qualcun altro e tutto questo da mesi non è più possibile.

«Da subito i gestori ed i soci si sono resi conto della situazione e di quello che ne sarebbe derivato e si sono attivati per dare una mano rispondendo ai dettami statutari dei circoli stessi, ma adesso sono stanchi, hanno loro bisogno di aiuto" continua la Novelli che, ben consapevole che l’assenza di governo sta ritardando ancora l’arrivo dei ristori, si augura che quanto prima si sblocchi questa situazione e che i circoli possano assicurarsi le stagioni a venire senza dover continuare a ricorrere al finanziamento dei soci che oltre che essere antipatico, visto che i soci non possono esigere alcun servizio, è anche ingiusto.