
"Ritengo che sia assurdo quello che sta accadendo al parco della Maggiolina. Con tutti i problemi che ci sono di peste suina si continua a tenere gli animalli selvatici nelle città. Questi animali devono stare nei boschi". Lo spiega il responsabile provinciale di Federcaccia Gherardo Ambrosini che non esita a definire la decisione di non abbattimento del sindaco Peracchini come un provvedimento dei "due pesi e due misure". E il motivo è presto detto. L’altra sera – prosegue Ambrosini – eravamo sulla litoranea per abbattere dei cinghiali. Non si capisce perché là si e qui no. In situazioni come queste vengono sempre accusati i cacciatori ma pochi sanno che questi intervengono dove possono farlo. Ci sono delle normative per l’abbattimento non è che uno decida per conto proprio". Sul caso della famiglia di cinghiali della Maggiolina ad occuparsene sono degli agenti regionali. E vista l’ordinanza sindacale stanno cercando di catturarli con delle gabbie. Fino ad ora il risultato è stato deludente. "Non è facile catturarli e ingabbiarli – prosegue il responsabile di Federcaccia – probabilmente si dovranno sedare ma anche in questo caso va tenuto presente che ci sono dei costi da sostenere...".
Il numero elevato degli ungualti fa di loro una specie “non protetta“ . "Credo che non si possa fare del populismo nei confronti dei cinghiali – spiega Ambrosini –. La peste suina è una cosa seria dobbiamo tenere presente che una delle cause è dovuta anche alla loro cattiva alimentazione quando vengono in città. E poi vanno considerati anche gli agricoltori e i danni che producono alle coltivazioni. Le forze a disposizione per arginare questo problema sono limitate. Ci sono solo tre agenti di polizia regionale che si occupano di fauna, caccia e abbattimenti... non è una forza così importante e poi ci sono i cacciatori per i quali stiamo facendo dei corsi di selezione per abilitarli alla selezione anche quando la caccia non è aperta. Ne abbiamo concluso uno proprio alcuni giorni fa". Inso un impegno a tutto campo per cercare di arginare un problema che sta andando avanti da un paio di anni e che in questo ultimo ha aperto le porte alla peste suina con gravi rischi per gli allevatori che vivono nelle valli dell’entroterra spezzino e ligure.
Anna Maria Zebra