Aiuta i migranti, insulti e minacce alla chef "Li denuncio tutti: la città è dalla mia parte"

Silvia Cardelli titolare dell’Osteria della Corte ha preparato 180 pasti caldi in occasione dello sbarco della nave Geo Barents. Ieri organizzato un pranzo di solidarietà con 25 persone per darle sostegno. "Molti sconosciuti hanno chiamato per ringraziarmi"

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’Il Risotto del migrante’ è stato il primo piatto servito ai 25 commensali che ieri hanno scelto di pranzare all’Osteria della Corte per mostrare la loro gratitudine alla titolare. Silvia Cardelli, proprietaria del ristorante e chef, sabato scorso ha donato 180 pasti caldi ai migranti della Geo Barents approdati alla Spezia, ma il suo gesto (apprezzato dalla città intera) ha scatenato l’odio di chi nascondendosi dietro una tastiera le ha lanciato contro insulti, minacce e cattiverie. Un’esigua sacca di ignoranza rispetto all’ondata di apprezzamenti. Se i social hanno fatto da amplificatore per i tanti haters che hanno scagliato sulla chef la loro rabbia e frustrazione, la risposta della città non si è fatta attendere, con forza e determinazione. Il ristorante, segnalato nella guida Michelin e Gambero Rosso e con due cappelli dell’Espresso, ha ricevuto la telefonata di 25 persone che hanno deciso di prenotare due tavolate per mostrare il loro supporto ad un’imprenditrice che ha avuto il coraggio di accogliere. Anche in caso i ’leoni da tastiera’ non hanno voluto perdere l’occasione di mostrare al mondo intero a che punto di estrema bassezza possono arrivare: alla notizia del pranzo di solidarietà, sono partiti altri messaggi di insulti alla ristoratrice per nulla intenzionata però a far cadere la cosa. "Ora basta – dice Silvia Cardelli – presenterò denuncia alla polizia postale", le indagini degli agenti specializzati in ricerche sul web daranno un volto agli ‘odiatori’, che saranno così chiamati a rispondere del loro comportamento.

In tanti purtroppo hanno attaccato la ristoratrice, in particolare commentando la fotografia con il suo dipendente Kassim, un ragazzo ghanese arrivato in Italia 8 anni fa, che ha trovato nell’Osteria della Corte un posto di lavoro e un luogo ospitale. "Ho ricevuto una mail in cui ci augurano di morire e una pioggia di commenti negativi – spiega Silvia Cardelli – però ho anche visto intorno a me tanta solidarietà, mi sono sentita protetta da una rete di persone che hanno voluto sostenermi, molti sconosciuti mi hanno chiamato per ringraziarmi per quanto ho fatto. Kassim, il mio dipendente, non ha voluto leggere sui social le cose brutte che sono state scritte, lo facevano star male. Io non so quante delle persone che hanno commentato con cattiveria si siano documentate su violenze e abusi che subiscono questi ragazzi e ragazze sull’altra sponda del Mediterraneo. Un pasto caldo mi sembrava il minimo che questa città potesse offrire". Al suo fianco c’è Kassim Soulamain è arrivato dal Ghana nel 2015 in Italia, dopo un anno e mezzo ha iniziato a lavorare all’Osteria della Corte. La sua storia parte da lontano e lo ha portato a lavorare nella ristorazione di alto livello, in un ristorante che, come ha scritto la Chef sul suo profilo Facebook, vede in lui una parte del suo futuro. Anche Kassim come i migranti della Geo Barents ha affrontato tanti giorni di navigazione prima di arrivare in Italia: "Purtroppo è un viaggio faticoso e difficile che dipende dalla fortuna e da ciò che trovi quando arrivi a destinazione". Dai social sono passati sia gli insulti all’Osteria della Corte che i messaggio di supporto e sostegno. Gabriella Tartarini si è attivata subito per mostrare solidarietà e ricambiare l’impegno della chef: "Ho scritto un post su Facebook per organizzare questo pranzo: Silvia ha fatto un gesto di umanità e fratellanza, oggi sono venute anche sei persone dal Tigullio per manifestare sostegno, la nostra è stata una scelta istintiva, abbiamo voluto restituire un pochino di gentilezza davanti ad un clima di violenza". Un tavolo con risotto al sugo, pollo e platano: un pranzo per lanciare un messaggio forte e chiaro: ‘Restiamo umani’.

Ginevra Masciullo