Ai giardini l’edificio-omaggio

La parabola del Centro Allende, da balera a spazio espositivo. Poi Boss e Pin

Ai giardini l’edificio-omaggio
Ai giardini l’edificio-omaggio

Era una balera negli anni Trenta realizzata da un gruppo di imprenditori che trasformarono il lotto comunale dei giardini pubblici, preso in affitto, in un elegante punto di ritrovo per tutti. Venne dedicato a Salvador Allende, lo statista cileno morto l’11 settembre del 1973 durante il golpe di Pinochet, a testimonianza della sensibilità e dell’attenzione della città alle tematiche politiche e sociali. Erano gli anni in cui la struttura originaria fu modificata, sia nei prospetti esterni che negli spazi interni, dove il grande vano unico – il salone da ballo – venne suddiviso e soppalcato per rispondere in maniera più funzionale alla nuova destinazione d’uso dell’edificio, che divenne così la prima galleria d’arte civica della città.

Utilizzato per cerimonie private – comunioni, matrimoni e feste di diverso tipo, in primis compleanni e carnevale – dopo un lungo periodo d’abbandono, negli anni Settanta, l’edificio fu infatti ristrutturato seguendo un progetto dell’architetto spezzino Mario Bruchi che lo trasformò in grande spazio espositivo. In precedenza, nel 1939 Emilio Simonini, rimasto unico gestore del locale, avviò lunghe trattative con il Comune e, nel dopoguerra fu realizzato il locale da ballo ‘La Pineta’, su progetto dell’architetto Franco Oliva (nel 1946-1947), uno degli ultimi prima della sua morte avvenuta nel 1952. Le decorazioni interne dell’edificio furono affidate al romano Badellino, pittore e illustratore di libri; all’esterno, il bar ristrutturato con funzione di caffè concerto, era racchiuso in una recinzione anch’essa eseguita su disegno di Oliva. Nel corso degli anni, negli spazi di quello che da dieci lustri si chiama Centro Allende, sono state allestite rassegne e mostre, organizzati concerti e festival musicali; numerose e importanti sono state le esposizioni di artisti contemporanei, a cui seguirono donazioni di opere alle collezioni civiche. E poi ancora il cinema e l’arena estiva, per poi diventare anche spazio polivalente dedicato soprattutto a musica e ristorazione (ma anche all’arte, nel foyer) con ‘Boss’ nell’ultima era Federici, fino all’ultima avventura di ‘Pin’, sulla stessa scia, dopo una ristrutturazione che riprende le idee originali di Oliva.

m. magi