Agguato col coltello in panetteria L’esecutore patteggia tre anni

Giuseppe Sicignano, 40 anni aveva agito indossando un burka, ma era stato identificato dai carabinieri

Ha scelto di patteggiare, usufruendo così dello sconto di un terzo della pena, per l’aggressione effettuata ai danni di madre e figlio, titolari di una panetteria, avvenuta lo scorso luglio ad Arcola. Aveva addirittura indossato un burka per non farsi riconoscere, brandendo un pugnale e colpendo con un fendente il figlio alla mano che aveva frapposto davanti al torace per difendersi. I carabinieri della compagnia di Sarzana erano riusciti ad identificare sia lui che il complice, in realtà il mandante della spedizione punitiva, per il quale si procede separatamente. Ieri il giudice per le indagini preliminari Marinella Acerbi ha condannato a tre anni Giuseppe Sicignano, 40 anni, originario di Gragnano in provincia di Napoli. Il grave episodio era avvenuto all’alba del 22 luglio scorso ad Arcola. Madre e figlio erano stati aggrediti da due uomini completamente travisati, uno indossava un cappuccio e la mascherina anti covid, l’altro un burka. La vittima, un quarantenne di Arcola, quella mattina si era recato al lavoro assieme alla madre ultrasettantenne, che spesso lo accompagnava nella panetteria di famiglia. Avevano aperto il negozio molto presto e mentre stavano lavorando, attorno alle 5,30, erano entrati all’interno del locale i due uomini. Non c’era stata discussione: Sicignano col coltello in mano si era diretto verso il panettiere, l’altro aveva colpito con dei calci la madre che si stava avvicinando, facendola cadere a terra: il figlio si era lanciato in sua difesa ed era stato preso a calci a sua volta. Quindi era stato raggiunto da una coltellata alla mano, che gli aveva procurato una seria ferita con lesione dei tendini, il sangue era caduto nel pavimento del locale.

Aveva riportato anche un trauma cranico con ferita lacero contusa, fratture dell’ulna e coccige, da cui derivava una malattia e un’incapacità di provvedere alle ordinarie occupazioni per 35 giorni. Poi i malviventi senza dire nulla, si erano allontanati a bordo dell’auto con la quale erano arrivata, poi risultata appartenere al suocero di Sicignano, facendo perdere le proprie tracce. Non si era trattato di una rapina, visto che all’interno del forno non era stato rubato nulla. Piuttosto di un regolamento di conti per motivi personali, visto che il mandante conosceva molto bene la vittima. Erano arrivati i soccorsi, madre e figlio erano stati trasportati, dopo le prime cure sul posto, all’ospedale della Spezia in ambulanza, entrambi in stato di choc. Sul posto era subito intervenuta una pattuglia dei carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Sarzana e con loro anche i colleghi dell’operativo, che avevano avviato le indagini ed era scattata la caccia ai due aggressori, rimasti sconosciuti per poco. E ieri si è arrivati, col patteggiamento, alla condanna a tre anni di colui che aveva ferito alla mano col coltello il panettiere.

Massimo Benedetti