REDAZIONE LA SPEZIA

Addio Superbonus, cantieri bloccati "Imprese edili a rischio tracollo"

Cna lancia l’allarme legato agli oltre 200 milioni di crediti d’imposta bloccati per le aziende locali. Il presidente provinciale Mazzola: "Il Governo ha deciso senza avviare alcun tipo di confronto".

Addio Superbonus, cantieri bloccati "Imprese edili a rischio tracollo"

Una cifra a otto zeri pende come una spada di Damocle sulla testa di migliaia di imprese del settore edile, prese in controtempo dallo stop del Governo al Superbonus. Tradotto in soldoni, si parla di oltre 200milioni di crediti bloccati d’imposta nel territorio spezzIno, che diventano 900 milioni a livello regionale, come denuncia la Cna spezzina. Il Governo Meloni ha infatti bloccato tutte le cessioni dei crediti, dopo aver inizialmente portato il bonus dall’iniziale 110% al 90%, facendo scendere la quota di quanto si poteva scaricare dopo aver effettuato interventi di edilizia. Poi è arrivato lo stop definitivo: esiste sempre la possibilità della detrazione fiscale, ma non più la cessione del credito d’imposta alla banca o alla ditta costruttrice, per ottenere uno sconto in fattura e abbassare sensibilmente il costo di interventi di edilizia. Risultato: migliaia di lavori già avviati rischiano di fermarsi a metà. Il Decreto legge ha reso operativo il blocco di tutte le cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi (tra cui il superbonus), "comportando un rischio di tracollo per le imprese più concreto che mai" sottolinea la Cna provinciale che parla di situazione "da allarme rosso": stando alle stime infatti, circa 8 miliardi di euro ingolfano i cassetti fiscali delle imprese. A livello nazionale quasi 40mila imprese della filiera vivono con lo spettro del fallimento, 100mila cantieri rischiano il blocco e un milione di cittadini sono nel caos. "Per la sola Liguria stimiamo circa 900milioni di euro di crediti bloccati e di cui, solo sul territorio spezzino, oltre 200 milioni – spiega il presidente di Cna La Spezia Davide Mazzola – La cifra è per difetto perchè riferita prevalentemente al Suberbonus che non è l’unico strumento utilizzato. Non tiene conto di altri bonus e utilizzati come gli ecobonus e bonus casa".

Dito puntato sulla decisione del Governo ritenuta "grave sotto il profilo del metodo". Il decreto è stato approvato "ignorando un confronto con il sistema delle imprese che da tempo sollecitano un tavolo, per superare la fase di profonda incertezza intorno ai meccanismi dei bonus generata dalle continue modifiche normative. Il meccanismo della cessione dei crediti è stato modificato ben 11 volte e la disciplina degli ecobonus è cambiata oltre 30 volte. Una instabilità normativa che non è estranea alla paralisi del mercato dei crediti fiscali". Si parla anche delle iniziative da parte di enti locali, impegnati ad acquistare crediti fiscali "certamente lodevoli, ma che ma non rappresentano la soluzione. La dimensione del problema richiede un urgente intervento del Governo in forma diretta quale compratore dei crediti, o coinvolgendo Cassa depositi e Prestiti attraverso la cartellarizzazione dei crediti. In questo modo si può dare ossigeno a decine di migliaia di imprese della filiera e assicurare ai cittadini il completamento dei lavori avviati".