REDAZIONE LA SPEZIA

“23.23”, in sala il film onirico di Giuliano Cimino

Opera artistica già premiata a Roma ma anche volano per il turismo con le sue ambientazioni spezzine

Nove aprile ore 21 al Civico. Appuntamento con 23.23. Non è un gioco di cifre, ma l’evento da mettere in agenda per gli amanti del cinema e della città: saranno questi il giorno e l’ora della prima proiezione del film del regista Giuliano Cimino, che prende il nome da un orario cruciale per la storia che racconta. Un appuntamento gratuito, previa prenotazione – sono già aperte, basta contattare il recapito 32 93877391 inviando un messaggio WhatsApp indicando nomi e cognomi dei partecipanti – per riunire ancora una volta la comunità nel nome della settima arte e del sostegno al progetto di questo talento locale.

"Un film onirico, ma allo stesso tempo basato sul neorealismo", spiega Cimino, illustrando le due anime diverse dell’opera da lui firmata. Ci saranno, oltre al regista, rappresentanti delle autorità locali, che fin dalla prima ora hanno supportato ed abbracciato il progetto di 23.23, non solo opera artistica, ma anche volano per il turismo con le sue ambientazioni spezzine, il protagonista Christian Adorno Bart, i Mvrte – gruppo formato da Lele Cecchini e Nicolò Zarcone –, e tanti altri ancora, che hanno reso possibile la realizzazione di questi 68 minuti di lungometraggio. Una lunghezza ridotta in fase di montaggio, secondo i consigli dei grandi: nel dubbio, meglio tagliare. In attesa di altri palcoscenici. "23.23 ha ottenuto un premio al Roma International Movie Award, è stato selezionato al Vesuvio International Film Festival e all’Heart International Film Festival, ma questa è sicuramente per me una proiezione importantissima" sottolinea Cimino. Per il quale questo film ha un valore anche affettivo: è, infatti, dedicato al suo migliore amico prematuramente mancato. Il suo nome iniziava per E.: la vocale puntata con cui viene chiamato il protagonista della pellicola. "Tutto è partito con una telefonata, ma l’adesione è stata unica, non me l’aspettavo: è davvero bellissimo quando le persone sposano una cosa in questa maniera".

E, non ultimi, i ringraziamenti. "Voglio sottolineare che questo è stato un lavoro collettivo: l’ho scritto io, ma da solo non avrei potuto fare niente. In tanti hanno creduto in me, a partire dal sindaco Peracchini e dall’assessore Frijia, Katia La Galante, gli attori, Pierfilippo Machiavelli, il fotografo di scena Hans Burger, i Mvrte, che hanno fatto un lavoro incredibile, scrivendo la canzone portante "Scarpe", le musiche del film e curando il mixaggio di suoni e voci, la Municipale che alle otto del mattino era a transennare le strade, la sartoria La Rouche, la Taverna del Metallo, il Puin, il Cdh Hotel ed il Ranch di Mattia Basso, che ha perfettamente addestrato il cavallo apparso nelle scene. Ce ne sono tanti da aggiungere e voglio dire che si è creata una grande famiglia: vivevamo tutti insieme, è stato come fermare il tempo".

Chiara Tenca