GLORIA CIABATTONI
Cosa Fare

La Spezia oltre il mare: 3 musei da visitare per conoscere l’anima della città

Il Museo Lia vanta una ricca e variegata collezione d’arte mentre il Museo Tecnico Navale racconta il rapporto del capoluogo ligure con la navigazione e la Marina. E la Galleria Quintino Sella rievoca il dramma della Seconda guerra mondiale

La sala delle polene nel Museo Tecnico Navale di La Spezia

La sala delle polene nel Museo Tecnico Navale di La Spezia

La Spezia non è solo una bella e importante città della Liguria circondata da località molto amate dai turisti, ma racchiude anche alcuni musei che da soli, come si sul dire, valgono il viaggio. Due, il Museo Lia e la Galleria Quintino Sella, sono vicini fra loro, in via Prione, mentre il Museo Tecnico Navale dista, sempre da loro, a piedi una decina di minuti.

Museo Amedeo Lia

Nella centralissima via Prione, al civico 234, il Museo Amedeo Lia, aperto il 3 dicembre 1996, ha sede nel seicentesco complesso conventuale dei frati di San Francesco di Paola. Un edificio dalla lunga storia: nel 1798, a seguito delle soppressioni giacobine, il convento fu destinato prima ad Ospedale Militare e poi ad Ospedale Civile. Dopo alterne vicende dal 1914 la struttura viene abbandonata e poi diventata caserma e residenza, e nel primo Dopoguerra fu anche a sede della Pretura e di uffici comunali. A seguito della donazione fatta da Amedeo Lia e dalla sua famiglia al Comune della Spezia della ricca collezione d'arte, il fabbricato viene scelto come sede del museo, e la storia di questo antico stabile si interseca con quella della fantastica collezione donata da Amedeo Lia, pugliese naturalizzato spezzino, che ha acquistato dipinti ed oggetti d’ arte nel secondo Dopoguerra. Collezionista d’eccezione, i fondi oro, le tavole dei cosiddetti primitivi erano la sua vera passione e sono la parte principale del percorso museale, ma Amedeo Lia ha rivolto il suo interesse ad un campo vastissimo, per la cronologia e la tipologia degli oggetti raccolti.

Esistono dei settori specifici nell’ambito della raccolta che oggi costituisce il percorso, in base alla natura dell'oggetto esposto. La prima sala, già chiesa del complesso conventuale, ospita gli oggetti religiosi, suddivisi seguono le miniature, le sculture archeologiche, la pinacoteca, gli oggetti laici e infine, vero trionfo dei sensi, i dipinti di Natura Morta. Il mercato internazionale, in special modo europeo, ha fornito la possibilità di formare la collezione che comprende circa 1.000 opere di grande varietà, dall’epoca classica, al tardo antico, al Medioevo e per finire al XVIII secolo. Sono conservati dipinti, miniature (i codici miniati sono davvero notevoli), sculture in bronzo, rame, avorio, legno, vetri, maioliche, oggetti d’arte che documentano il gusto e la cultura dell’arte in Italia e in Europa.

Nella collezione i cosiddetti “primitivi” sono una vera gemma, con oltre settanta tavole di Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi, Lippo Memmi, Lippo di Benivieni, Lorenzo di Bicci, Barnaba da Modena, Paolo di Giovanni Fei, il Sassetta; inoltre molte tempere e tele fra cui Vincenzo Foppa, Antonio Vivarini, il Bergognone, un probabile Raffaello giovane, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Giovanni Cariani, Gentile e Giovanni Bellini, Bernardo Bellotto, Canaletto. Visiteremo 13 sale, e prendiamoci tempo perché in ciascuna scopriremo opere notevoli.

Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18. Chiuso tutti i lunedì (escluso il Lunedì di Pasqua), il 1° Gennaio, il 15 agosto ed il 25 dicembre. La biglietteria chiude alle 17.30. Tariffe 2025: biglietto intero € 9,00, ridotto € 8,00. 

Rifugio Quintino Sella

Sempre in via del Prione troviamo un museo molto particolare, il Ricovero antiaereo Sella-Manzoni-S. Agostino’. La Spezia ebbe un grande sviluppo per l’ importante arsenale navale, i cui lavori furono iniziati nel 1862 e terminati il 28 agosto 1869, e per il porto militare, che la resero un centro strategico per la Marina Italiana. Poi durante la Seconda guerra mondiale l’arsenale e il porto furono obiettivi importanti, e due bombardamenti degli Alleati, nell’aprile 1943, distrussero gran parte del centro storico. In questo periodo vennero costruite le Gallerie, per proteggere la popolazione civile durante i bombardamenti. Così fu per il ricovero antiaereo Sella-Manzoni-S. Agostino: costruito nel 1942 come galleria per un ascensore tra le vie XX Settembre e XXVII Marzo fu riconvertito in rifugio antiaereo, offrendo protezione a migliaia di spezzini durante i bombardamenti del 1943. Con i suoi 500 metri di lunghezza e 6 di larghezza, accolse fino a 6.500 persone e con gli oltre 150 rifugi antiaerei nel Golfo della Spezia, contribuì a contenere fortemente il numero delle vittime civili dei pesanti bombardamenti.

Oggi entrando nell’ex rifugio bisogna fare uno sforzo di fantasia per immaginare questa grande galleria con le pareti grezze, senza ricambio di aria, affollata da migliaia di persone, senza servizi igienici, senza poter cuocere cibo, e in pratica senza poter parlare per non consumare ossigeno. La guida racconta di quell’epoca, e c’è perfino un Avatar, un volontario virtuale della Protezione Antiaerea (U.N.P.A.) guidato dall’Intelligenza artificiale, che risponde alle domande sulla vita nel rifugio. Sempre con la realtà virtuale si rivivono i fatti di quell’epoca attraverso i visori dedicati, ricostruiti in base a documenti di archivio e testimonianze. Molto suggestive sono le proiezioni sulla volta della galleria che ricreano i passaggi degli aerei, e la ricostruzione, con dialoghi e suoni, della permanenza in rifugio nell’attesa di un bombardamento.

Costo del biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro. Orari: Primaverile fino al 20 giugno Lunedì: 16:00 – 19:00; martedì – domenica: 10:00 – 13:00 / 16:00 – 19:00. Estivo dal 21 giugno al 15 settembre Lunedì: 18:00 – 21:00 martedì – domenica | 10:00 – 13:00 / 18:00 – 21:00. 

Museo Tecnico Navale

Il Museo Tecnico Navale (viale Giovanni Amendola, 1), vicino al porto, con l’ingresso a fianco dell’ Arsenale Militare, ha questa sede dal 1958 dopo che la precedente fu danneggiata dai bombardamenti, e in progetto ci sono ristrutturazioni che prevedono anche installazioni multimediali. Conserva circa 17.000 cimeli esposti nelle sale, su due piani: in tutto sono circa 3mila mq incluso il giardino interno, e ci fanno fare un viaggio nel tempo raccontando l’evoluzione della navigazione, dalle sue origini a oggi. Il percorso museale è diviso in quattro aree tematiche: le ‘Origini’, descrive la nascita dell’Arsenale e il suo legame con la città; le ‘Maestranze’, che racconta il lavoro di quegli uomini impegnati nella costruzione, nell’allestimento e nel raddobbo delle navi; ‘Uomini, Imprese ed Eroi’ che testimonia alcune delle spedizioni, delle azioni e delle storie più importanti della Marina; ‘Tecnica ed Eccellenze’ che riguarda alcuni aspetti come l’evoluzione della navigazione dall’antichità fino a noi, l’artiglieria navale, le armi subacquee, l’esplorazione degli abissi. Troviamo modellini di navi, strumenti nautici e fotografie storiche, una straordinaria collezione di armi, e racconta l'importanza della marineria per la città.

Tra le principali collezioni ci sono i modellini di navi storiche: come le galee, le navi da guerra delle varie epoche, fino alle moderne navi militari e da trasporto, e naturalmente non potevano mancare le Tre Caravelle. Tanti io modellini: della fregata Carlo Alberto, che fu una delle fregate più importanti della Marina Italiana del XIX secolo, del sottomarino Enrico Toti, della nave da battaglia Duilio, e naturalmente dell’Amerigo Vespucci, la famosa nave scuola della Marina Militare Italiana.

Navi e non solo. Sono unici gli strumenti di trasmissione originali della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento, e in particolare quelli di Guglielmo Marconi, come la stazione ricetrasmittente che lo scienziato ha utilizzato nel 1897 a La Spezia per i suoi primi esperimenti. Catturano l’attenzione, anche dei bambini, i mezzi d’assalto navali, come una torpedine semovente Rossetti, la cosiddetta “mignatta”, con la quale due incursori affondarono nel 1918 la corazzata austriaca Viribus Unitis. Poi c’è un motoscafo detto “barchino esplosivo”, che portava una carica esplosiva da 300 chili a prua e dal quale il pilota si lanciava fuori prima di raggiungere l’obiettivo. E troviamo anche un “maiale”, il siluro a bordo del quale due operatori muniti di respiratori subacquei caricavano una carica di esplosivo che poi collocavano sulla carena di una nave avversaria: fu impiegato nelle incursioni ad Alessandria d’Egitto e Gibilterra nella Seconda guerra mondiale. Nella stessa teca i manichini indossano la “muta Belloni” con un autorespiratore che non emetteva bolle, che avrebbero svelato la presenza dei sabotatori.

Affascinante è la Sala delle Polene, con oltre trenta tra polene, opere lignee, fregi di prora e cariatidi, che vanno dalla fine del Settecento ai primi del Novecento. Ammiriamo la polena della Cristoforo Colombo, la gemella dell’Amerigo Vespucci, col grande navigatore col braccio alzato per indicare il nuovo continente avvistato dalla Santa Maria. Poi ci sono la polena della Giuseppe Garibaldi, quella della Lupo di mare, e le polene della Marina Austroungarica, come la polena del Re di Portogallo, nave della Regia Marina, esposta al fianco di quella della Kaiserin Elisabeth, conosciuta come Principessa Sissi.

Fra polene-dragoni, figure mitologiche, personaggi storici, c’è spazio anche per la leggenda, come quella della misteriosa polena sexy Atalanta’, che rappresenta una ragazza scalza, coperta da un peplo che lascia scorgere il seno destro: si dice che chi la fissa a lungo se ne innamorerà al punto da impazzire e uccidersi. Ad accrescere il mistero c’è il fatto che fu ritrovata nel 1864 nell’Oceano atlantico e non si seppe mai a quale nave fosse appartenuta. Il comandante della nave ‘Veloce’ della marina italiana, che la trovò – e la battezzò Atalanta - la consegnò al Museo Navale di Genova e da qui fu portata a quello di La Spezia dove si trova tutt’ora.

Orari: dal lunedì alla domenica 9-19,30.