GROSSETO
C’è un vento nuovo che soffia sulla Maremma, ma non tutti lo salutano con favore. Da circa due anni, il territorio è oggetto di un pressing crescente da parte di società – talvolta strutturate, talvolta appena nate – che propongono maxi impianti eolici e agrivoltaici, spesso senza un reale radicamento nei luoghi o un dialogo preventivo con le comunità locali. Sono almeno una decina i progetti oggi sul tavolo, destinati ad aumentare, e coinvolgono un’area vastissima: Manciano, Magliano in Toscana, Scansano, Orbetello, Grosseto, Gavorrano, Sorano, Pitigliano, Cinigiano, Roccastrada, Arcidosso e Civitella Paganico. Si parla di impianti da decine di megawatt, che altererebbero il volto stesso di colline, piane agricole, aree boschive e siti di pregio naturalistico. Alcuni di questi progetti sono già stati bocciati dalla Regione Toscana: è il caso, ad esempio, dell’impianto eolico previsto a Magliano in Toscana e di quello proposto nel territorio di Orbetello (zona San Donato), entrambi giudicati incompatibili con le caratteristiche paesaggistiche e ambientali. Stessa sorte per un progetto agrivoltaico presentato a Manciano, in un’area di elevato pregio. Ma tanti altri sono ancora in corsa, spesso calati dall’alto e proposti da società costituite ad hoc, che puntano a occupare suoli agricoli per decine di ettari, promettendo sviluppo energetico ma sollevando forti perplessità. Tra i casi più emblematici c’è quello della collina di Montauto, nel comune di Manciano, un sito dal paesaggio incontaminato e sede di uno dei principali osservatori astronomici d’Italia. La Maremma, da sempre terra di equilibrio tra uomo e natura, oggi si trova davanti a una sfida cruciale: accogliere le energie del futuro senza perdere il valore del proprio passato.
N.C.