
Un graffito. Non lontano dalla canonica di San Niccolò a Montieri che risale all’anno 1000, l’unica chiesa al mondo che ha sei absidi che ospitavano la fibula d’oro e le spoglie di un misterioso cavaliere. C’è grande entusiasmo tra gli appassionati per questa particolare iscrizione antichissima che rilancia ipotesi leggendarie. Ad annunciare la scoperta è stato Oriano Negrini, presidente dell’associazione culturale Occxam (l’opera dei Cavalieri della Croce d’Argento di Montieri), che da anni studia insieme ad un gruppo di appassionati la storia millenarie e le tradizioni del paese. "C’è una tradizione antichissima che adesso pare essere più veritiera – dice Negrini –. In una stanza collegata all’edificio sacro ci le spoglie di un cavaliere dell’anno Mille, misterioso quanto importante e che la tradizione locale vuole essere stato il primo a gettare la sua spada dentro la roccia ovvero in un cunicolo di miniera. Poi, in segno di ravvedimento per il suo passato tumultuoso, probabilmente". A confermare questa tradizione giunge ora l’importante scoperta di un gruppo di ricercatori che ha scoperto un interessante graffito in una roccia nel bosco non distante dal complesso ecclesiastico della Canonica di San Niccolò. La spedizione ha potuto confermare l’esistenza di un graffito insistente su una roccia di arenaria, ovvero roccia sedimentaria, da sempre lì presente e non derivante da scivolamento, la quale roccia era completamente coperta di muschio meno che in due piccole isole dal colore chiaro per la presenza d licheni. In una di queste c’è il graffito di difficile lettura che comunque prevede la presenza di una croce sormontata da una sorta di aureola, croce del tipo di Lorena o patriarcale, la quale procedendo verso il basso prende le caratteristiche di una spada che si incuneava in un passaggio o che poteva essere una sorta di freccia che indicava una posizione. Infatti più in basso si apre nella roccia una fenditura di forma rettangolare come un piccolo cassetto che forse nel passato poteva aver ospitato qualche reliquia. "Il costone roccioso ha in effetti alla sua basa come degli scalini se pur naturali che sembrano un luogo di devozione – chiude Negrini –. Il pertugio nella roccia ora vuoto, doveva essere obliterato da un tappo litico. La leggenda vuole che il Cavaliere prima di gettare la sua spada nella roccia, la spezzò ed un suo devoto seguace ne salvò la punta che ripose in quel ripostiglio".