Teatro Moderno. Quei "momenti" un po’ di tutti

Piccolo e Pif raccontano e si raccontano sul palco "E alla fine ogni spettatore ci trova qualcosa di suo".

Al teatro Moderno arrivano Francesco Piccolo e Pif in ‘Momenti di trascurabile (in)felicità’, in scena mercoledì 6 aprile alle 21. Uno spettacolo che si sviluppa in un dialogo tra i due protagonisti, che raccontano piccole storie quotidiane in cui si specchiano le vite di tutti. Sono i ‘momenti’ che Piccolo ha raccolto nei suoi libri ‘Momenti di trascurabile felicità’ e ‘Momenti di trascurabile infelicità’, usciti nel 2010 e nel 2015. Alcuni racconti contenuti in quei due libri vengono qui riproposti in scena, uno dopo l’altro, fino al finale, dopo il quale il microfono si accende sul pubblico e gli spettatori in platea sono invitati a raccontare i proprio ‘momenti’. Questo perché le storie scritte da Piccolo hanno la straordinaria capacità di parlare a tutti, perché chiunque leggendoli prima o poi si trova a pensare che la stessa cosa è capitata proprio a lui. E a volte è vero.

"La cosa – racconta Piccolo – è iniziata in modo casuale. Raccoglievo questi momenti per me, non doveva essere un libro. Poi mi sono reso conto che poteva essere divertente. E quando i libri sono usciti, ho capito che c’era una specie di sintonia, che rende questi momenti divertenti. Perché ci si sente coinvolti, colpiti. Per questo nasce il gioco a teatro, perché la gente ne ha di propri". Eppure, ogni storia per quanto minima ha in sé un qualcosa di più grande. Temi, argomenti, suggestioni. E tutto è molto più complesso di quello che sembra. Quanto è dura far ridere? "Chiunque voglia far ridere fa un’enorme fatica – racconta lo scrittore – perché voler far ridere, come voler far pingere, è qualcosa di moto difficile e le intenzioni non bastano. Ma la cosa importante è cercare di scrivere veramente quello che ti interessa scrivere. E scrivendo, a volte, mi rendo conto che c’erano cose divertenti anche al di là di quello che qualcuno si aspettava. Questo è un mestiere felice, anche nei risultati, se scrivi qualcosa che tu hai voglia di scrivere. Altrimenti annoi prima te stesso e poi gli altri. Io come scrittore non mi pongo il problema di cosa serve, ma di cosa ho voglia di raccontare".

Riccardo Bruni