Norme sugli spettacoli pubblici, il sindaco di Grosseto: "Colpa del decreto Gabrielli"

Vivarelli Colonna condanna lo strumento che limiterebbe gli spettacoli

Vivarelli Colonna

Vivarelli Colonna

Grosseto, 9 settembre 2019 - «Il decreto Gabrielli è uno strumento che, con l’intento di garantire l’incolumità dei cittadini, finisce troppo spesso per impedire la spontanea offerta di eventi di privati e associazioni». E’ quanto sostiene il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, opinione «nata dall’esperienza diretta – dice – nella gestione amministrativa degli ultimi mesi di applicazione del decreto».

«Questa è la battaglia che adesso inizierò per modificare una norma nata sull’onda emotiva dei fatti di Torino e che, sono convinto – continua il primo cittadino –, finisce per provocare iniquità. I soggetti organizzatori devono così sopportare dei costi legati alla sicurezza per norme e circolari di carattere nazionale, non dipendenti quindi dalla volontà del Comune. Nel caso di pubblici spettacoli in cui si debba convocare la commissione di vigilanza i costi aumentano. Non si capisce quindi come possano imputare al Comune di Grosseto oneri e complicazioni burocratiche dal momento che tutte le amministrazioni devono osservare le stesse norme e condizioni. Come Comune abbiamo appena predisposto un modello, che sarà a breve online, con le voci che devono essere soddisfatte. Oltre a questo, abbiamo voluto organizzare incontri formativi con i soggetti interessati e i nostri uffici sono sempre disponibili. Certo è che tutti quanti oggi siamo chiamati a gestire una serie di adempimenti e complicazioni che hanno costi e tempi e che, di fatto, alla fine finiscono per essere un efficace quanto drammatico deterrente per molti soggetti che desiderano offrire contenuti di intrattenimento alla comunità. Siamo tutti un po’ più poveri. Scriverò una lettera al ministro dell’Interno per denunciare questa situazione e chiedere un cambiamento delle norme che, pur nella tutela della safety e della security, devono trovare un giusto equilibrio con la libera proposta di tutti».