"Sì al Pos, ma azzerare subito le commissioni"

Gennari (Ascom): "Digitalizzazione giusta da incentivare". Faragli (Confesercenti): "L’Europa definisca un tetto per le tasse"

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Il governo Meloni ha inserito nella manovra una serie di misure sull’utilizzo del Pos e del contante che, a partire da gennaio, cambierà le dinamiche e la regolamentazione dei pagamenti elettronici. "Con la manovra di bilancio varata dal Governo e in discussione in questi giorni in Parlamento, l’esecutivo Meloni ha intrapreso una giusta direzione di marcia – ha detto Giulio Gennari, presidente di Ascom Grosseto –. Tuttavia le misure previste per aiutare le imprese del commercio, dei servizi e del turismo, anche della Maremma, non sono del tutto sufficienti a compensare i drammatici squilibri che si sono prodotti anche in questo 2022 a causa delle tensioni internazionali. Il dibattito sull’obbligo, da parte dei commercianti, di accettazione dei pagamenti elettronici per spese superiori a una determinata soglia (60 o 30 euro che siano) è fuorviante; distoglie cioè l’attenzione dal vero problema che ci auguriamo il Governo risolva il prima possibile, ovvero quello dell’azzeramento delle commissioni bancarie sui pagamenti pos. Il commerciante ha tutto l’interesse ad assecondare le esigenze dei propri clienti, anche quelle relativo alle modalità di pagamento dei prodotti acquistati". Secondo Gennari "non c’è alcun pregiudizio nei confronti del pos. La digitalizzazione delle imprese è un qualcosa che vediamo con favore. Il problema è che le commissioni per ciascuna transizione sono alte e queste pesano moltissimo tanto più gli acquisti sono di basso importo. Il punto è questo. Se il Governo azzerasse le commissioni l’utilizzo dei pagamenti elettronici non solo incontrerebbe meno ostacoli, ma verrebbe automaticamente incentivato perché l’obbligo di detenere il pos per le imprese del commercio vige già da diverso tempo. Temiamo che scaricare sui commercianti le difficoltà di massificazione dei pagamenti elettronici sia soltanto la foglia di fico di chi potrebbe assumere decisioni ancora più coraggiose di quelle che sta prendendo, ma ha paura di farlo". "Avere definito regole comuni, a livello europeo, sull’utilizzo di contante è un passo in avanti per tutti. Adesso la Ue definisca un tetto anche alle commissioni della moneta elettronica". Aggiunge invece Gloria Faragli, direttore di Confesercenti che continua a chiedere la riduzione dei costi di utilizzo. "Per dare una mano alla diffusione della moneta elettronica, bisogna ridurne i costi almeno sulle piccole transazioni: già oggi, accettare carte e bancomat, tra commissioni, canoni e quant’altro, costa alle imprese circa 772 milioni di euro l’anno. È necessario stabilire, con un accordo europeo, una soglia sotto la quale le transazioni per carte e bancomat siano gratuite sia per gli esercenti che per i consumatori". Confesercenti invia comunque ad andare oltre: "Sono ben altre le cose che preoccupano: inflazione, recessione, crollo dei consumi per il ceto medio. Non ne possiamo più di questo sterile dibattito – chiude Faragli – è l’ora di affrontare i veri problemi di questo Paese".