Scuola: manca personale E poi c’è la grana telefonini

C’è chi propone di vietarli e raccoglierli all’ingresso degli studenti in aula. Mugnai: "Vietato il loro utilizzo. Ogni istituto ha una regolamentazione interna"

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Un inizio di scuola con una serie di problemi: dalle cattedre mancanti al caro energia. L’ultima polemica porta il nome dei cellulari: i telefonini che alcuni istituti in Italia vorrebbero vietare, sono al centro di un dibattito molto acceso. "Come in ogni scuola c’è una regolamentazione da seguire – ricorda Roberto Mugnai, dirigente scolastico del Polo Ald –. Da noi per esempio esiste un regolamento: si possono portare a scuola ma devono rimanere spenti. Questo vale anche per i docenti. Altrimenti si rischiano provvedimenti disciplinari. Per il momento – chiude –- si va avanti così, poi se dovessero esserci criticità valuteremo altre azioni". "Questo anno scolastico è iniziato nel peggiore dei modi perché si è mantenuto un sistema informatizzato che ha confuso chi aveva fatto richiesta di ingresso alle supplenze". A commentare l’inizio delle attività scolastiche è Alfonso Nocchi, segretario generale Cisl scuola Grosseto. "Il 7 settembre, al termine delle nomine, ci siamo trovati di fronte a una trentina di posti non coperti per gli amministrativi, una sessantina per i collaboratori scolastici e una ventina di assistenti tecnici – spiega Nocchi - che per il normale funzionamento della pubblica amministrazione dei singoli plessi vuol dire tanto. Non avere la capacità di personale porta spesso a non riuscire ad aprire le scuole. Un esempio è quello dell’istituto di Massa Marittima, dove il personale di ruolo è inferiore alle esigenze minime e la dirigenza scolastica ha fatto la richiesta di supplenza mettendo come data di riscontro di presa di servizio il 12 settembre, proprio per far sì che la scuola riuscisse ad aprire". Problematiche che si riscontrano non solo a Grosseto e provincia ma in tutta la regione. Ad esempio, davanti all’ufficio scolastico regionale, stamani i sindacati si sono radunati per protestare contro la mancata sistemazione del personale Ata.

"La scelta di tornare in presenza – chiude Nocchi – ad esempio, è sicuramente buona, ma la scelta più importante è senza dubbio quella delle vere supplenze rispetto a quelle ipotetiche, anche perché i tempi di oggi non ci consentono di andare incontro a lunghi periodi di assenza da casa e lavorare vicino casa per cercare di risparmiare tempo e carburante diventa sempre più essenziale".