ANDREA FABBRI
Cronaca

In Maremma più di mille adulti sui banchi di scuola

Sono gli iscritti ai centri provinciali per l'istruzione per adulti, in prevalenza (70%) stranieri

Sergio Ceccacci e Giovanna Longo, insegnanti del Cpia1 Grosseto

Grosseto, 30 settembre 2017 - Mille e ventiquattro. Due numeri che in pochi conoscono perché riferiti a una scuola pubblica ignota ai più. Ma che esiste. Produce cultura e soprattutto contrasta la dispersione scolastica. È la scuola dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, in sigla Cpia. In tutta la Regione sono 11, due sono a Firenze poi ce ne è uno per ogni provincia. I Cpia sono vere e proprie scuole pubbliche, esattamente come qualsiasi altro plesso di elementare, media e superiore. I loro insegnanti sono pagati dal Ministero per l’istruzione proprio come maestre e professori. Ogni Cpia ha un dirigente scolastico e un vice, un organico di docenti e di personale tecnico–ausiliario.

La differenza principale con le scuole che educano giovanissimi e ragazzi, è che i Centri per l’istruzione degli adulti si rivolgono, appunto, alle persone con un’età uguale o superiore ai 16 anni. Non si tratta di una scuola dell’obbligo. Ai Cpia ci si iscrive su base volontaria per conseguire la licenza media o l’attestato di assolvimento dell’obbligo formativo, obiettivi che le persone con più di 16 anni decidono di raggiungere spesso per colmare il proprio gap culturale e aspirare così a un posto di lavoro o a mansioni più dignitose. In provincia di Grosseto c’è un solo Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. In termini tecnici è il Cpia1 Grosseto e solo lo scorso anno ha avuto più di mille iscritti, in maggioranza (70%) stranieri. Ventiquattro, invece, sono gli insegnanti. Tutti docenti del Miur. In maggior parte di ruolo, alcuni precari. Esattamente come nella scuola dei ragazzi.

Ma con la differenza, più che sostanziale, che gli insegnanti per adulti non possono contare su edifici dedicati. Il Cpia1 Grosseto ha sede amministrativa ad Arcidosso e lì, grazie anche alla sensibilità delle amministrazioni locali (inclusa l’Unione dei comuni dell’Amiata), sono disponibili uffici e aule. Stessa cosa dicasi per la sede di Follonica, dove gli insegnanti possono fare lezione in 4 aule nei locali dell’ex Ipsia. Il problema, paradossalmente, è a Grosseto dove risiede la maggior parte degli iscritti. Nel capoluogo di Provincia non ci sono locali dedicati al Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, che essendo una scuola come tutte le altre avrebbe anche il diritto – e il dovere – di esercitare la propria autonomia scolastica. Da tre anni a questa parte il Cpia è gentilmente ospitato negli spazi dell’istituto superiore Fossombroni che a sua volta «scoppia» per la carenza di spazi in confronto al numero di iscritti. La pur generosa – ma comunque forzata – condivisione di spazi tra Cpa e Fossombroni, costringe gli insegnanti per adulti a fare lezioni soltanto nel pomeriggio perché la mattina è tecnicamente impossibile, essendo le aule occupate dai ragazzi. La Provincia di Grosseto è a conoscenza di tutto, ma le risorse non ci sono e il disagio, per insegnanti e «alunni senior», ogni giorno che passa si fa più pesante.

«A Grosseto abbiamo tra i 400 e i 500 alunni. Svolgiamo lezioni per il conseguimento della licenza media e per l’attestato di assolvimento dell’obbligo formativo per adulti non perché siamo una benemerita associazione di sviluppo socio–culturale, ma perché siamo un ente pubblico, emanazione del ministero dell’istruzione. Nonostante ciò a Grosseto, capoluogo di provincia, non abbiamo una ‘nostra’ sede ove poter eseguire il nostro lavoro».

Sergio Ceccacci, referente per Grosseto del Cpa1 e Giovanna Longo, vicaria della dirigente del Cpa1 , Patrizia Matini, focalizzano così il problema più grande che 24 insegnanti per adulti attivi in Maremma si trovano a fronteggiare per il terzo anno consecutivo. «Dobbiamo solo ringraziare l’istituto Fossombroni che ci ospita nei suoi locali e la scuola elementare di via Sicilia ove ci appoggiamo in una stanzetta per il disbrigo delle pratiche amministrative – proseguono Ceccacci e Longo – ma la situazione comincia a farsi difficile. Al Fossombroni possiamo fare lezione soltanto il pomeriggio, ma ci sono donne adulte che hanno libera la mattina perché nel pomeriggio hanno i figli a casa. E non solo: il Fossombroni ha attività anche pomeridiani, sportive e didattiche. Dobbiamo modellare il nostro percorso formativo anche in base alle loro giustissime necessità. insomma – concludono Longo e Ceccacci – anche il mondo dell’istruzione per adulti rivendica una sua dignità. La nostra funzione sociale forse è poco nota all’opinione pubblica, eppure è essenziale. Oltre alle attività istituzionali, ad esempio, facciamo corsi di inglese con docenti qualificati a prezzi pubblici: 1 euro all’ora. In quanti lo sanno?».