
Dal 1400 al 1600 le Torri di avvistamento difendevano la popolazione della Costa d’Argento e dell’Isola del Giglio dalle incursioni dei pirati saraceni. "Mamma li turchi… e tutti si rintanavano nei centri storici fortificati". Ma le Torri davano l’allarme in anticipo, quando all’orizzonte si riconosceva una tipica barca della pirateria turca.
Ecco quindi la necessità di una ricostruzione della storia, con la riuscita rievocazione del sistema di segnalazioni tra le torri del Monte Argentario, che difendeva le genti del posto. Nel periodo prima senese, poi spagnolo esisteva, era stato costruito ed era attivo (prima per finanziamento di Siena, poi della Spagna), un sistema di difesa ed avvistamento, costituito da Torri. Per rievocare e ricordare quei periodi, è stata organizzata una riuscita rievocazione storica, con la partecipazione del Gruppo storico dei Reali Presidi di Orbetello, del Centro Studi don Pietro Fanciulli di Porto Santo Stefano e del Gruppo Argentario Trekking.
"E’ stato un tuffo nel passato – ci spiega Stefania Marconi, direttrice della struttura turistica ricettiva Torre di Cala Piccola di Porto Santo Stefano –. E dopo Torre di Cala Piccola, la riuscita rievocazione ha avuto luogo anche nella vicina torre Capo d’Omo, che è stata illuminata dalla fiaccole. In effetti, le torri, in caso di avvistamenti di navi corsare turche, "si accendevano", per dare l’allarme. Un ringraziamento speciale per questo riuscito evento va da Torre di Cala Piccola, al Gruppo Argentario Trekking, per averci regalato quest’emozione davvero unica". La suggestiva Costa d’Argentario è costellata da torri di avvistamento e segnalazione, che garantirono sicurezza e protezione all’epoca in cui i pirati e i turchi facevano costanti incursioni e razzie di civili, donne e prodotti nella zona della costa tirrenica antistante la Maremma e il sud della Toscana.
Michele Casalini