REDAZIONE GROSSETO

Rapina in gioielleria, patteggiano due donne

Una contribuì fattivamente alla realizzazione del colpo, mentre l’altra è stata condannata per il reato di ricettazione

Hanno scelto di patteggiare due delle donne coinvolte nella rapina messa a segno ai danni della gioielleria Malucchi di Follonica il 22 marzo 2019. Un colpo che aveva fruttato monili in oro e argenteria per un valore di oltre 100mila euro. Fra le persone che finirono in manette c’era anche Arcangela Pellegrini, 31 anni residente a Follonica, imputata per aver concorso nella rapina alla gioielleria fornendo il supporto logistico necessario a mettere a segno il colpo. Accusa alla quale per la Pellegrini si aggiunge anche quella per il furto dell’auto utilizzata il giorno successivo nella rapina e che la donna aveva rubato a Gavorrano. Arcangela Pellegrini secondo l’accusa aveva fornito supporto, insieme a Raffaele Milo e Gennaro Bassolino, a chi aveva materialmente messo a segno il colpo entrando in negozio e legando con del nastro adesivo il titolare Luciano Malucchi. I rapinatori erano entrati fingendosi dei clienti. Erano in quattro, tre uomini e una donna: Luigi Alamaro, Domenico Tavano Luigi Ciccarelli e Rita Pirozzi. Ed è a loro che Arcangela Pellegrini fornirà aiuto per mettere a segno il colpo dietro un compenso di 2mila euro e di alcuni gioielli provenienti dalla rapina. Adesso la donna, difesa dall’avvocato Roberto Cerboni, ha scelto di patteggiare 3 anni e 800 euro di multa davanti al Gup del Tribunale di Grosseto Marco Mezzaluna. Il negozio non era dotato di sistemi di videosorveglianza ma nonostante questo, poche settimane dopo, i carabinieri strinsero il cerchio attorno a quattro persone, due uomini e due donne, e riuscirono a trovare l’auto, risultata rubata a Gavorrano e utilizzata per il colpo. Nell’utilitaria i militari rinvennero alcuni monili con ancora attaccati i cartellini provenienti dal negozio di Follonica. Già il giorno successivo alla rapina, come accertarono i carabinieri, i responsabili del colpo avevano tentato di piazzare i gioielli della refurtiva ad un compro oro di Follonica. Furono proprio le foto scattate dai commercianti a permettere al titolare della gioielleria di riconoscere la refurtiva. A distanza di un mese dal colpo arrivarono le prime misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Grosseto. Gennaro Bassolino, 44 anni, di origini napoletane, finì in carcere, mentre Arcangela Pellegrini e Erika Talone, di Piombino, andarono agli arresti domiciliari. Ed è proprio Erika Talone, 31 anni, difesa dall’avvocato Jurij Di Massa, che adesso ha scelto di patteggiare la pena: per lei un anno e 4 mesi e 344 euro di multa. L’accusa per lei è quella di ricettazione.