REDAZIONE GROSSETO

Punto da un calabrone viene salvato dall’amico dopo lo shock anafilattico

Tragedia scampata nei boschi di Follonica

Punto da un calabrone viene salvato dall’amico dopo lo shock anafilattico

Avevano programmato una giornata lontano dalla loro Arezzo, nei boschi della Maremma e per poco non hanno visto trasformarsi in tragedia la loro scampagnata. Protagonisti due aretini di 41 e 43 anni che aveva scelto di spingersi nei boschi attorno a Follonica per cercare qualche fungo. I due una volta entrati all’interno della vegetazione sono incappati in uno sciame di calabroni. Gli insetti hanno iniziato a pungerli. Per uno di loro, il 41enne, le conseguenze sono state lievi mentre il suo amico, il 43enne ha avuto la peggio. L’uomo è stato infatti punto più volte. L’uomo ha accusato subito i sintomi di un malessere legato proprio alle tossine trasmesse dal pungiglione dell’insetto che aveva innescato in lui uno shock anafilattico. I principali sintomi erano battiti rallentati, la pressione in diminuzione, ma anche nausea e vista appannata, stato confusionale. Tutti sintomi tipici, legati alla puntura dei calabroni.

In questo caso è stato a dir poco fondamentale l’amico, che ha compreso subito cosa stava accadendo e non ha lasciato da solo il compagno di escursione. Un’autentica prova di sangue freddo e lucidità in quegli istanti a dir poco concitati in cui ha dato l’allarme via cellulare, chiedendo l’intervento dei sanitari del 118. Il 41enne ha infatti fornito tutte le indicazioni del caso continuando a prestare soccorso all’amico, cercando di tenerlo sveglio e vigile in attesa dell’ambulanza. Una volta giunti sul posto i sanitari è stato predisposto il trasferimento presso l’ospedale della Misericordia di Grosseto. Il 43enne ha quindi ricevuto tutte le cure del caso comprese le iniezioni di adrenalina per contrastare appunto lo shock anafilattico in corso causato dal veleno del pungiglione. Dopo alcune ore in osservazione, è stato dimesso ed ha potuto fare ritorno a casa al termine di una giornata che poteva davvero avere un finale decisamente diverso, ma che si è risolto per il meglio grazie alla prontezza e al sangue freddo dell’amico con il quale si era addentrato nel bosco.

Matteo Marzotti