REDAZIONE GROSSETO

Grossetano condannato (e poi scarcerato) in Thailandia per "procurato allarme bomba"

Ex insegnante fa una battuta durante il controllo bagagli all'aeroporto di Phuket ed entra in un incubo. Ne è uscito solo grazie a una forte ammissione di responsabilità

L'aeroporto internazionale di Phuket

Grosseto, 4 marzo 2017 - Una bottiglia di shampoo nella borsa e una battuta pronunciata nel momento e, soprattutto, nel posto sbagliato: l’aeroporto internazionale di Phuket, in Thailandia. Fatti che hanno fatto vivere al grossetano Giorgio Pasquinucci, 70 anni, dieci giorni da incubo. Arrestato, sbattuto in una cella delle patrie galere thailandesi dove si mangia e si dorme in terra accanto a un vaso da notte. L’incubo è finito ieri mattina, quando dopo aver incontrato l’avvocato d’ufficio assegnatogli dal tribunale di Phuket ha accettato di ammettere le «colpe» che arbitrariamente gli venivano addossate scongiurando così il ritorno in carcere.

Libertà a carissimo prezzo. Centoventimila bath (la moneta nazionale thailandese) corrispondenti a circa 3.200 euro per l’avvocato; 1.300 euro anticipati come garanzia; 1.000 euro di multa derivanti dalla condanna inflittagli. Già, perché per poter uscire dall’incubo Giorgio Pasquinucci, che era andato in Thailandia per vacanza insieme al fratello e a un amico, ha dovuto «ottenere» una sentenza di condanna a due anni e mezzo di reclusione, poi ridotta a sei mesi con la condizionale e, appunto, a 40mila bath di multa (poco più di mille euro). Se non avesse ammesso la colpa lasciando che che il difensore d’ufficio concordasse con il giudice la sentenza sarebbe rimasto in carcere.

Ma quale reato ha commesso il grossetano? «Procurato allarme in aeroporto». In sintesi, a inguaiarlo sarebbe stata la sua battuta «Oh, vuoi vedere che ci trovi un bomba» rivolta alla poliziotta che all’aeroporto di Phuket, dove Pasquinucci era in partenza per tornare in Italia, stava ispezionando la sua valigia. Nell’aprire il bagaglio la donna aveva trovato un flacone di shampoo e quando ha sentito la parola «bomba» ha pensato fosse un terrorista facendo così scattare l’arresto del Pasquinucci.

Sulla vicenda c'è anche una nota del Ministero degli Esteri: "Non appena è stata informata dell’accaduto, l’Ambasciata italiana a Bangkok - recita la nota della Farnesina - ha immediatamente contattato la polizia di Phuket. Appreso che un procedimento penale era stato avviato per direttissima, l’Ambasciata si è accertata che il connazionale avesse tutela legale e che fosse seguito da un interprete. In tutte queste fasi, l’Ambasciata è sempre stata in contatto diretto con il Signor Pasquinucci e con il suo avvocato, continuando a prestare la massima assistenza. Ancora oggi il connazionale, che è libero di circolare, è stato ricontattato dal Console Onorario a Phuket, in vista di un incontro".