SABINO ZUPPA
Cronaca

Pesca, idea "illuminante" per salvare le tartarughe

Speciali lampade a led montate nelle reti fanno allontanare gli esemplari marini. Progetto dell’Università di Siena con studi condotti da ricercatrici grossetane

Ilaria Ceciarini (a sinistra) ed Enrica Franchi mentre preparano una delle reti

Orbetello (Grosseto), 25 luglio 2020 -   Lampade stroboscopiche, di produzione americana, da applicare sulle reti dei pescatori per allertare le tartarughe marine della presenza di un pericolo, e magari rendere un favore ai pescatori stessi attirando pesci nella rete grazie alla loro luminosità. Nel porto di Talamone è partita una sperimentazione nell’ambito del progetto Feamp della Università di Siena, in collaborazione con il Mipaaf e con la Regione che si chiama "Pescatori e tartarughe marine: facciamo luce in mare". Attività che si pone l’obiettivo di formare i pescatori costieri che usano le reti da posta in maniera da salvaguardare la specie della Caretta Caretta, che ha scelto di deporre le uova in più punti della costa maremmana. Per questo motivo il progetto la cui responsabile scientifica è Letizia Marsili e la responsabile operativa è Enrica Franchi, si pone l’obiettivo di formare i pescatori sensibilizzandoli sulla necessità di utilizzo di dispositivi di provata efficacia, quali appunto le lampade Uv-Led fissate sulle reti, per cercare di evitare le catture accessorie di tartarughe marine.

La sensibilizzazione sulla necessità di tutela di questi animali ha anche lo scopo di insegnare le tecniche di soccorso e trattamento delle tartarughe accidentalmente catturate, prima del loro ingresso in uno dei centri di recupero. Il primo a dare la sua disponibilità per fare questo tipo di studi è stato il pescatore di Talamone, Paolo Fanciulli, noto per le sue battaglia a favore dell’ambiente, che ha imbarcato le due biologhe che fanno parte del team dell’Università (Ilaria Ceciarini e Carlotta Priore) le quali hanno avviato l’attività. In pratica, facendo riferimento alla zona di pesca della costa talamonese, a giorni alterni vengono installate queste particolari lampade crepuscolari subacquee, una ogni cento metri sulla rete calat in mare. Queste fanno da alert per le tartarughe marine, ma allo stesso tempo possono rendere un servigio ai pescatori. "Nell’ambito dei nostri studi registriamo giornalmente le catture del pescatore e le appuntiamo su un registro – spiega la biologa grossetana Ilaria Ceciarini – e dai primi risultati sembra che, nelle notti in cui vengono applicate le lampade sulla rete, la quantità di pesce pescato sia maggiore, probabilmente perché le lampade hanno anche una funzione attrattiva. Dunque potrebbe essere dimostrato che questa importante attività di tutela ambientale di una specie protetta può portare anche vantaggi economici agli operatori che la mettono in pratica". Lo studio verrà poi condotto anche in altre zone della Toscana, da Marina di Carrara al Chiarone, pur partendo dalla Costa d’Argento dove oggi, alle 20, nell’ittiturismo di Paolo Fanciulli a Fonteblanda verrà proiettato un video di sensibilizzazione di tutto il progetto "Facciamo luce in mare".