Nuova organizzazione. La direttrice della Asl si presenta e rilancia: "Coinvolgere tutti"

Assunta De Luca parla di quello che dovrà essere l’azienda sanitaria "Mancano medici e infermieri, serve una rete di sinergia per sopperire alle mancanze che ci sono nel territorio".

Nuova organizzazione. La direttrice della Asl si presenta e rilancia: "Coinvolgere tutti"
Nuova organizzazione. La direttrice della Asl si presenta e rilancia: "Coinvolgere tutti"

Si chiama Assunta De Luca, e da qualche giorno è il nuovo direttore sanitario dell’Asl Sud Est. Laureata in Medicina e chirurgia nel 1994 alla Federico II di Napoli ha frequentato la scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva alla Sapienza di Roma. Particolarmente significativa è l’esperienza maturata dalla dottoressa De Luca all’agenzia di Sanità Pubblica del Lazio e nell’azienda regionale dell’Emergenza in tema di emergenza territoriale ed ospedaliera oltre a quella sviluppata in alcune strutture ospedaliere su argomenti di igiene e tecnica ospedaliera.

Dottoressa De Luca, la sua ricetta per la nuova Asl Sud Est?

"Il territorio della Sud Est è davvero vasto. Sono stata Rieti negli anni difficili del Covid, dove ci sono 78 Comuni. Il nostro obiettivo è stato quello di costruire una rete, sperimentando nuove procedure. Una specie di ‘Community building’, un’organizzazione sanitaria che coinvolga oltre ai medici, anche tutte le professioni legate alla sanità, le associazioni del Terzo Settore e i singoli cittadini. Questo è quello che faremo a Grosseto, dove serve un salto di qualità nell’approccio ai servizi sanitari pubblici".

Esiste un problema di medici, che indubbiamente mancano.

"Dobbiamo cercare di lavorare in sinergia tra tutti quei componenti che ho detto prima. E mi riferisco all’organizzazione che va indubbiamente cambiata. Un modello diverso, sia per chi è già nel sistema e chi invece deve entrarci".

Un’organizzazione che dovrà tenere conto anche degli orari dei medici che stanno diventando insostenibili.

"Sui costi credo che siano possibili anche degli incentivi, ma serve come ho detto un’organizzazione diversa di tutto un sistema. L’ideale sarebbe trovare laureati della zona, che si affezioni al territorio di appartenenza senza essere attirati dalle grandi città. Potenziare la rete infermieristica sui territori deve essere dunque una delle nostre priorità. Avere un professionista che si prenda cura delle persone e che sappia indirizzarlo verso una prestazione corretta. Senza dimenticare che questa è una provincia fatta di anziani: bisogna aiutarli con questi sistemi innovativi, aumentando le loro competenze digitali, per far comprendere loro gli strumenti della telemedicina che stiamo mettendo in campo".

Mancano due primari all’appello. Come è la situazione?

"Su oncologia abbiamo pubblicato il bando e sono certo, visto che il posto è appetibile, che tutto andrà come deve andare. Per quanto riguarda ostetricia e ginecologia aspettiamo la sentenza di appello sul procedimento aperto. Poi andremo avanti con il bando e l’assegnazione. Che sarà sicuramente rapida".

Matteo Alfieri