CRISTINA RUFINI
Cronaca

Niente quorum, analisi e accuse: "Perde la sinistra". "Destra boicotta"

Rossi (FdI): "Sono lontani dai bisogni della gente". Simiani (Pd): "Non premiata la mobilitazione civile"

Rossi (FdI): "Sono lontani dai bisogni della gente". Simiani (Pd): "Non premiata la mobilitazione civile"

Rossi (FdI): "Sono lontani dai bisogni della gente". Simiani (Pd): "Non premiata la mobilitazione civile"

GROSSETOPrevedibile, non nelle percentuali, me nel risultato finale di un’astensione dal voto che avrebbe impedito di raggiungere il quorum necessario per rendere il voto di chi è andato alle urne inefficace. Seguiranno giorni di analisi e commenti. Che sono iniziati fin da poco dopo la certezza dei numeri. "Va ammesso in tutta onestà che l’affluenza al referendum è stata assolutamente inferiore alle aspettative – dichiara il deputato Pd, Marco Simiani – e non ha premiato una mobilitazione civile, spontanea e appassionata scoraggiata platealmente dal Governo Meloni. La mancata presenza del quesito sull’Autonomia differenziata, dopo l’intervento della Corte Costituzionale, ha poi di fatto privato l’appuntamento referendario di un tema cruciale che ha purtroppo ridotto la partecipazione popolare. Detto questo la destra compatta ha promosso una campagna che non è mai entrata nel merito dei temi ma votata esclusivamente all’astensionismo: una condotta impolitica e controproducente in un paese dove l’affluenza precipita anno dopo anno". Altra visione, ovviamente per l’altro deputato maremmano, di maggioranza, Fabrizio Rossi, di Fratelli d’Italia. "I risultati dei referendum dimostrano chiaramente una cosa: la sinistra ha perso – incalca Rossi- Ancora una volta, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono schierati su posizioni ideologiche, lontane dai bisogni concreti dei cittadini, e sono stati sonoramente sconfitti con il mancato raggiungimento del quorum". Per poi aggiungere: "I cittadini si sono espressi con chiarezza, bocciando la propaganda progressista. È la conferma che le parole d’ordine della sinistra non convincono più nessuno: non rappresentano né il cambiamento – conclude – , né l’interesse nazionale. I quesiti stessi rappresentavano un ostacolo alla comprensione e mal si conciliavano con l’istituto del referendum. Il più insidioso era quello sulla cittadinanza breve, sciagurato e dagli effetti deflagranti. La cittadinanza italiana non è un automatismo, ma una conquista. È ora che PD e 5 Stelle prendano atto della realtà e smettano di impartire lezioni a chi, ogni giorno, si confronta con i problemi veri degli italiani. Questo è un altro schiaffo alla boria di certa sinistra, sempre più in crisi di identità". Non è mancato anche il commento di un esponente locale della Lega, Andrea Maule. "L’esito del referendum è inequivocabile: il popolo italiano non ha creduto all’ennesima messinscena orchestrata da Pd e Cgil. Il mancato raggiungimento del quorum è una sconfitta clamorosa per chi pensava di poter forzare la mano all’opinione pubblica con la propaganda e il pressing ideologico. Il dato più significativo riguarda il quesito sulla cittadinanza: anche una parte consistente dell’elettorato di sinistra ha chiaramente detto ’no’ all’idea di ridurre da 10 a 5 anni il percorso per ottenere la cittadinanza italiana. Un chiaro segnale che nemmeno chi vota a sinistra condivide scelte così radicali e pericolose per la nostra identità nazionale. Se davvero il Partito democratico e la Cgil vogliono occuparsi del bene dei cittadini e dei lavoratori, lo facciano nelle sedi opportune. E la sede opportuna è il Parlamento, dove si legifera e dove si possono proporre modifiche alle leggi esistenti. Non attraverso referendum propagandistici, costosi e senza alcuna reale prospettiva di successo. Il PD ha piena facoltà di proporre riforme in aula. La Cgil, da primo sindacato italiano, ha tutti gli strumenti per intervenire con serietà nelle dinamiche sociali e lavorative".