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Matteo B. Bianchi vince "Orbetello Book Prize" con "La vita di chi resta"

Matteo B. Bianchi vince il premio Orbetello Book Prize per il suo romanzo "La vita di chi resta". Fernando Aramburu riceve un tributo alla carriera. Un'occasione per riconoscere la forza della letteratura e la capacità di raccontare storie universali.

Matteo B. Bianchi vince "Orbetello Book Prize" con "La vita di chi resta"

Trionfo per la seconda edizione di "Orbetello Book Prize – Maremma Tuscany Coast", il Premio letterario a carattere internazionale dedicato alla narrativa di qualità. E’ "La vita di chi resta" di Matteo B. Bianchi (nella foto) il romanzo che ha vinto il premio per la migliore opera di narrativa. Attenzione e viva emozione sul palco di "Orbetello Book Prize" per la consegna del tributo alla carriera a Fernando Aramburu, dopo un’interessante e ricca intervista di Paolo Di Paolo. Aramburu si è imposto nel panorama letterario internazionale per la forza della sua letteratura, con la capacità di intrecciare i grandi temi universali attraverso le storie delle famiglie, degli uomini e delle donne protagonisti della storia. "Il premio Orbetello Book Prize – ha dichiarato Aramburu - significa molto per me. Mi onora e mi fa felice il riconoscimento del mio lavoro letterario anche in Italia. Sono molto grato". "Davvero grande, quest’anno – ha dichiarato Maddalena Ottali, assessore alla cultura e al turismo del Comune di Orbetello – la soddisfazione e la gioia per questa seconda edizione di Orbetello Book Prize. Vedere consolidarsi il rapporto tra questo Premio, il territorio e il pubblico sempre più numeroso che l’ha seguita, conferma il mio proposito di riconoscere nella cultura un importantissimo trait d’union tra cittadini e territorio".

"La scrittura vive anche di un corpo a corpo con il silenzio – ha detto Paolo di Paolo –. Il romanzo di Matteo Bianchi ‘La vita di chi resta’ emoziona e commuove per come cerca e trova la via del racconto sfidando l’indicibile. Cerca e trova una lingua intima, in qualche modo la rifonda e la apprende proprio per poter dire. E ha il coraggio di una messa in gioco radicale".